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Show c ,1 N T a SESTO XXXVIII. XLI. Deh il guardo, sire, per piecit ritira Da la scena feral ch'il cor t'opprime: Salva fia Russia, se non giunga l'ira Udrai, ch' in petto il tuo paterno amore Ti parler‘d di subito perdono; iVIa de le patrie leggi difensore Ti atterririi de la giustizia il tuono: A provocar del Facitor sublime Col van desio per cui l'Ateo delira, L'alce possanze in adeguando a lime; Da 1' afl‘etto assalito, e dal rigore E se apprenda d'alcrui sol le virtudi, Or d'Alessio il destin ricopra un velo, Ch'allor t'inspirerit provvido il Cielo. E non di dogma reo gl'iiiferni studi. XXXIX. lV'Ia tu, saggio qual sei, meme porrai A l'opre, a l'arti, a le sc‘ieuze Galle; E tesoro di lor fatto ch'avrai, Volgendo a l'atea volutth le spalle, Aspro ti fia il seder giudice in trono. XLII. A tali accenti il Russellan sovrano, Molle di pianto il conturbato ciglio, Sente stringersi il cor da fredda mano Pel fato rio del sciagurato figlio, Che sin d'allor lit i primi foschi rai E dice: Eroe, qui non disceso invano, Uscir faril da la tartarea valle, Tu m'impetra dal Ciel lume e consiglio, Te Veggie abbandonare il lito Franco, Onde di Bruto un d‘i le acerbe prove E ritomar de la tua sposa al fianco. Di giudice e di padre io non rinnove. XL. E quinci d'Amsterdamo a quests. sponda XLHI. Or vedi I'd, Teofane soggiunge, l'erch‘e l'oprar a1 genio tuo risponda, Che l'implacabil tuo Sveco rivale Da la Tracia in Norvegia armato giunge Vegghiar provvido re scorgoci al tutto: Al Danio a ridestar guerra mortale: lWa mentre Russia tua farai gioconda, Te miro avvolto in repencino lutto, Quando profugo Alessio al regio piede Di suo fallir ti chiedcriz mercede. Ma fulmineo venir globo da lunge Drizzar la prora, e in Mosca alfin ridutto, Alira, e lo stame a lui troncar Vicale5 Ch'in cader capovolco dal riparo Con semiviva man strings l'acciaro. 33 .Filllllilu, |