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Show FRI/110 II. lVIusa, ch'al suon di men canora tromba Scendesti ancor a modular miei carmi, Odila omai com'epica rimbomba V. 11 magno Pier sebben devoto a Matte, Fervido amava i bei Palladj ingegni, Tal che ad ogni Europea pill culta parte Tra l'alterno tonar d'ignivom'armi: Ei mosse ad imparar come si regni; Fa che di Pier me la sacrata tomba Poi la man pose anco in meccanic'arte, Ne penetri il fragor spezzando i marmi, Cui trattare un guerrier par che disdegni, Ond'ei d'intatti Aonj lauri adorno D'agricoltor, di fabbro, di nocchiero, Esca pil‘l grande a rivedere il giorno. Per trar d'ignavia il Russellano impero. III. Alessandro, del Neva alto decoro, O progenie immortal di Caterina, Ch'a riserbare il conquistato alloro Teco in ispirto ancor vive reina; Questo accogli ch'io t'offi'o arduo lavoro Con l'alma augusta a la clemenza inchina: Forse a te non fia grave in Tosco metro Le magnanime udir gesta di Pietro. IV. Forse avverra, del prode eroe cantando, Che d'emula virtil scossi i monarchi Pongan la tema, e l'ozio vile in bando, Solerti al comun ben, del proprio parchi: Forse avverra ch'ancor l'ateo nefando Del doppio giogo salutar s'incarehi ivino e uman, poiche Febeo cantore Puo ne l'alme descar fede e valore. VI. ben Minerva a'suoi desir seconda Arrise appien, poich'egli in pochi lustri Da l'una a l'alti‘a immensurabil sponda Del regno suo sparse tant'opre illustri, Che vidersi guidar per la sals'onda Belliche navi dai piloti industri, Onde l'esperta nautica Bricanna D‘esser ccsso dell' ocean tiranna. VII. Videsi ricco il suol di messi ignote Rispondere al sudor del rusticano; E l'artigian, cui tosto futon note L'opre che difondea l'artier sovrano, Qual chi da pigro sonno alfin si scuote, Tutto pose in oprar ingegno e mano: E dietro a quei s‘i luminosi esempli Erse ed orm‘) case, teatri, e templi. |