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Show CJNT'O SETTIAIO XXXVIIL XLI. A quel clangor si furo a un punto mossi Per l'aer cieco gli spirti infernali, Ch'in forme orrende dai Viperei dossi Le brune dibattean lor rapid'ali: In fronte a lor splendean quai fiamme rossi Gli occhi vibranti atri baleni e strali: Avean per chiome orribili serpenti, Ch'alto stridean co i venenosi denti. XXXIX. Sul semicircolar fumoso sasso Di tetra arena 3. un tratto si posaro Que'niostri intorno a immensurabil masso , Fatto silenzio, il re de l'ombre eterno In tuon prorompe orrendo in cotai note; Al cui rimbombo il cavernoso inferno Sin dal pill cupo abisso alto si scuote: Dunque fia ver che l'uomo a nostro schcrno, Sinché il mondo sui cardini si ruote, Del celeste favor sia fatto segno, Onde al nostro salir perduto regno? XLII. Or the ci vale la natia possanza, Ch'in noi, del Cielo a scorno, eterno alberga, Se ne l'uom non possiam Vincer costanza Seggio del re d'ogni pietade avaro: Per far ch'ei volga a1 Creator le terga? IVi ei torreggia in gigantesco ammasso, Quale l'ire d'un Dio lo diflbrinaro: Sin da la Russa barbara ignoranza Un uom fa Che Virth lucida emerga: Vipereo ha il crin, gli occhi di bragia, e folta L'immonda barba in Che la bocca ha involta. Egli ‘e, fi‘emo in nomarlo, un altro Piero, Che novo a'nostri danni apre sentiero. XL. Al segnal ch'egli die' con la man negra, I sibili acquetarsi e gli ululati De la perduta gente oppressa ed egra XLIII. F uvvi, egli e ver, l'ardita pescatricc, Che trasporto sin dal Bizanzio al Volga L'onda, de'nostri mali alta radice, Pel foco che la investe in tutti i lati: Cos‘i FaVoleggiarsi in val di Flegra Capovolti i giganti ribellati Che fa ch'ogni mortal da noi si sciolga,‘ Ma non fu poi ne l'opra sua felice Tra il fumo e il vampo del trisulco telo, Mentre noi sempre, accortamente ai varchi, Quando stolti assalirvollero il cielo. Ci femmo servii successor monarchi. Quella od'iata formidabil Olga, . ill/ll" |