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Show CANTO LXVIII. Ecco venir pedestri i tanti Svechi, . Ch'a Lesno dal gran Pier rimaser Vinti, Quando contro fortuna insani e ciechi A disugual tenzone eransi accinti: Mutoli or vanno, e Vibran guardi biechi, Mostrando i volti di livor dipinci, Tal ch'ad ogni acto ostentano per via La non mai doma ferit'a natia. LXIX. Traggono seco i militari arnesi Ora trofei dei Vincitori e palme; E i cavi bronzi ch'invan furo accesi A fulmina‘r le Russellane salme: DUODECIJIO LXXI. Quinci apparir veggonsi a passi ienri Del Vinto Carlo i capitan prigioni 7 E dai Ior atti d'aliegrezza spenti Chiari segni mostrar di gran campioni : Intrepidi ne Van tra quelle genti Cola giunte da came regioni, E seeo han pur modestamente altere Le due Svedesi amazoni guerriere. LXXII. Segue l'armata, Che la stessa sorte Corse dei duci suoi presso a Pultava, Ove a sfuggire disperata morte Cotance in rimirar spoglie Svedesi Un gridar viva, un batter palme a palme Del Russeiiano eroe s'e facta schiava: Mira apparir in mezzo a la coorte La lettica fatal, sovra cui stava S'ode al tornar de'Moschi a la memoria La conquistata a Lesno ardua Vittoria. L'audace re ne l'ultimo conflitto, D'onde cadde riverso al suol sconfitto. LXX. Dietro costoro ecco venir Gordone In sella anch'egli alteramente armato, Gran condottier dc l'incIiCa legione, LXXIII. NIa qual per l'aura ascoltasi armonia Di musicaii beliici stromenti? Qual falange ver Niosca ora s'avvia Che fascosa or me va pil‘l de l'usato; Di guerrieri a l'aspetto s‘i possenti? Mentre in pil‘i d'una equivoca tenzone Da se sola fissb de'Moschi il fato, Qua] 6: ii campione ch'apre lor 121 via, E Che raliegra ie afl‘oilate genti? Senno manifestando, e maschio ardire Egii e il gran Pier de'vemrani a frame, Che de l'aima cicta vah‘ca ii ponte. Le Sveche in rintuzzar indomic'ire. |