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Show e-mni-u _.41MVq-ntn(L-j *vm ‘ 7 ,' ' » CANTO DUODECIM U XCII. XCV. La Vittoria e di lui, di lui lo spoglio . De'vinci, onde ne andiam lieti e gioconoiz Non e per vano Paste, o folle orgoglio, Che questa trionfal pompa i secondr; . Ma perche in ogni cor spargere 10 volglio Si Pier dicea: quando ne l'aula entraro A un gridar viva, a un batt ere di mani Di fausto apportatori annunz io caro I Noreni, i Menzichi, i Che rimani,‘ Ch'in breve accento al Russo eroe fer chiaro, Germi d'esimie imprese ognor fecondi,‘ Come, gli sforzi ostili ici alfin Vani, Perch‘e di bei desir lVIosca s'accenda, Preser Riga, Viburgo, e Dun emonda E Roma antica ad emulare apprenda. E ancor Elbinga. appo a la Bal tic'onda. XCIU, Parmi ch'il genio, un dl rettor dei vanni De l'aquila Romana, or regga al lvolo La Russa ch'al girar di rapid anm Anch'essa andr'a da l'uno a l'altro polo; Se Vinti di barbaric appien gl'inganni, Nido sia di valore il Mosco suolo; E se ogni cor di lui gl'impulsi aseoltr, C'ha i Fabj e i Seipj a trionfar rivolti . XCIV. Per or godiam di nostre imprese il frutto, XCVI. Dietro a l'orme di quei prodi guer rieri In ricco arnese apparvero festosi De gli Europei monarchi i mess aggeri, Ch'oflriro al magno Pier voti giojosi. Ne 1a mancar da' lidi i pill stranier i Persi e Chinesi mandarin pomposi, E ancor di Tartaria nunzj selvaggi In lor sermone a tributargli omaggi. XCVII. Tra gli orator d'Europa ivi- il Brit anno Quale l'amico Ciel ne lo destina, In supplichevol atto si distinse, I lunghi aff‘anni a ristorare e il lutco Che de l'Angla regina il vivo afl‘anno- De la ferale bellica ruina; Poi s'avverra ch'ogni Rateno istrutto Pareggi nel pugnar l'arce Latina, Ti giuro, 0 Pier, ch'a riparare il dann o Vedransi in altra irresistibil guerra Doma piegar al Mosco ardir la terra. M anifestando, :1 ms} dir s'accins e: Del messo tuo ch'in carcere si spinse Da l'avara perfidia, Anna desia Che per te le si additi un'altra via. |