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Show c A N T o UNDECIMO XXXII. XXXV. Quello scroscia improvviso, e m: rimbomba L'aura percossa, cui obbliqua fende, Alto poggiando la sospinta bomba Come GoH‘redo il gran campion di Crista, Quando Gerusalem d'assedio cinse, Ch' ad afl'rettame i1 glor'ioso acquisto Ch'in prostesa parabola discende; Nunzia colomba infra le mani strinse; E in mezzo a l'oste de'Ruteni piomba Innocuamente appo a le eccelse tende Cui breve scritto al collo appeso ei visto L'Egizia insidia a dileguar s'accinse; Del pro' Menzico in quel medesmo punto In Che co'suoi s'era 3 Norm congiunto. E accelerando il meditato assalto De la Sionia rocca ascese a l'alto: XXXIII. XXXVI. Stupir da prima 1' Russellan guerrieri, Visto lanciar quel bellico stromento Da l'amica circa: cento pensieri Ogni mente occuparo in un memento; Temendo che tra 1' Moschi prigionieri La discordia regnasse, 0 1'1 tradimento,‘ Cos} letto c' ha il foglio il pro'lVIenzico A soccorrer Alardo si dispone: Fa ch'a un tratto Noreno a l'inimico Mova lungo la Volsca aspra tenzone, Mentr'egli de la notte al bujo amicd Su la palude e travi e fasci pone; Ma il gran lVIenZico non piil stettc in forsc, Poi vettovaglie in copra, c mille fanti E de l'annunzio salutar s'accorse. Mette in Pultava a1 novo sole innanti. XXXIV. XXXVII. Senza sospetco a1 globo egli s'appressa, Schiude i1 foro, e n'estrae l'occulto scricto; Legge ch'inopia avea Pultava oppressa, E il popol tutto mortalmente afflitto: Ch'era mescieri in quella notte istessa Col soccorso tentar l'arduo tragicto Di quella paludosa e torbid'onda, Che d'ogn'intomo la citca circonda. Qual da tempesta Combatcuto pino, Che dc 1' irato mar in preda a 1' ond'e Gioco de'venti a naufragar Vicino, Mentre il pill cupo orror notte difl‘onde, Se d'improvviso per fausto dcstino Giunge dcl porto ad afl‘errar le sponde, Alto s'ode echeggiar di lieti viva Da la campata ciurma omai giuh'va: |