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Show C/INTO S E s T o XXXII. XXXV. ,, La Francia adorna or da natura ed artc ,, Squallida allor vedrassi in manto negro, ,, Ne d'empio olcraggio inv'iolam part6, ,, Ne loco dal furor rimaso integro: ,, Vedova la corona, aintte e sparte Vedi spirar nel proprio sangue immersi Sacri ministri, vergini innocenti: Altri infelici andar qua 6 I'd dispersi Lontano 215110 a ricercar gementi: I templi, i chiostri ad uso vil conversi, ,, Le sue fortune, e ii regno oppresso ed egro: Le genti inferocir contro le genti; ,, E (ii stirpe real percosso e cronco E ovunque s'erga i1 seduttor stendardo, Fulminatrice avventar morte il dardo. ,, Il piL‘i bel ramo, e fulminato il cronco. XXXIII. Anguicrinito un mostro uscir d'infcrno, E sovra negri immensurabil vanni Librarsi de la Senna in riva io scerno, E infiammare a furor mille ciranni; Ch'in popolare anarchico governo Tesscranno a le genti iniqui inganni; E volgcran regi e leviti in bando, Dive Uguaglianza, e Libercfi creando. XXXIV. De l'empie Deitadi a l'ara innanti Prestar vedrassi abbominevol culto XXXVI. Poi come in cavo rame onda Che bolle E fumosa esalando a gli orli s'alza, Finch‘e conversa in gorgoglianti bolle, Cui ricrescente ardor erge ed incalza, Il terren circostante ella fa molle, E tutta ancor dal fondo in su rimbalza, Se tosto non si renda il foco spento Che cotanto a lei dii moto e fermento. XXXVII. Tale in quel regno d'ogni intorno accenso Per 10 mostro infernal lo stigio foco, Di quel peggior Che I'Orgie un d‘i baccanti Fatto per novell'esca ancor pit estenso, Per onorare il Ciel gli feano insulto: De'novelli idolatri udransi i canti Diffonderassi in piil lontano loco: E a spegnere il fatal incendio immenso, Eccitator di popolar tumulto, D'Istro, di Ren, di Po l'umor fia poco, Ch'in danza oscena, e in ritmo furibondo, Se non ver quello i1 flutto anco si volga Rocco ogni fren, porr'd ogni legge in fondo. Del Sizio Don, del Boristen, del Volga. WW 1)," |