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Show c A N T o Q U I N T o XXXII. XXXV. Giit l'emispero avea di luce privo II nume che pastor fu su l'Anfi‘iso, Quando tra denso popolo festive, Non altramente Cleopatra scorse Chi sul destrier, chi in aureo cocehio assiso, Risplender Tarso infra i notturni orrori, Ove accesi doppier vinceano forse Del luminar diurno i Vivi ardori; Movea lo stuolo Russellan giulivo, Quando le genti d'Asia eranVi accorse Pomposamente in ordine diviso, Corone a tribucar di mirti e allori A la gran donna, ed al Roman guerriero, Che del mondo per lei pcrdco l'impero. Ver la citt'lt di faci a lo splendore, Che rompea de la notce il fosco orrore. XXXIII. Di Conisberga appresso a la riviera Stannosi fanti d'arcobugio armaci, In gemina partiti eguale schiera XXXVI. Fedrico istesso postosi in arcione Ad incontrar gli ambasciador Rutcni I Russi ad iscortar d'amboduo i lati: Chelmando, che da lor disgiunto s'era, In gran pompa esce fuor de la magione Fra i trabanti guerrier su i palafreni, Che d'onorare il Russellan campione Fe' da l'arme vibrar colpi iterati, Eran tutti di gioja e ardor ripicni: Che misti al suon di trombe e di tamburi Fanno echeggiar de la cittade i muri. Ma poco lungi del regale ostello Col Mosco s'incontrar vago drappello. XXXIV. Vanno gli ambasciadori e Pietro istesso Maravigliando de l'onor s‘i grande, Che si tributa al lor solenne ingresso, XXXVII. Pronto Chclmando a1 suo signore addita Quell'un dei due ch'a 1' Alemanna ornato L'estemo fasto accortamente evita, Mentre inteste di fior vaghe ghirlande Dai Prussi d'ogni etade e d'ogni sesso Spargonsi in copia in queste e in quelle bande De la giuliva ampia cittil, che piena Fedrico allora a nome il chiama e invita Nel gran palagio, e a lui cavalca a lato: D'ardenti faci appar splendida. scena. Amorevole- amplesso entrambi serra. Amando d'apparir prode soldato: La giunti, a un punto il piede posto a terra, 7E lllllllllwml |