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Show , "W- Cm‘uwTdfiaflV" «v-(‘fi ~ T E R z o XX. Di quelle vette cristalline e terse, Or concave or convesse, elia le fi'onti A l'alte sfere oppon tantc e diverse, XXIII. Teco i'sarb nei fulgido V'iaggio Ad isvelarti appien l' alto comando: Tu ben saprai, merce il divino raggio, Di predir, d'aitar il come il quando. Tal i0 nel giorno, in cui devoto omaggio Russia mi presta, a Pietro ressi il brando D'ignoti mondi a far gli arcani conti: E 1e comete indocili e disperse‘ Oitre dei soli ai lucidi orizzonti, NOVO creando rapitor diletto Contro Vepnelo, e fei di Soja i'onde Con il celeste incantatore aspetto. Correr di sangue ostil spumose e immonde. XXI. L'd con l'altre sen gian 1' almc Rutene In seno d'ineffabile delizia Non mai pi'ovata in su le patrie arene, Albergo di sventure e di mestizia: E gian tessendo a1 Dator d'ogni bene XXIV. Qual si rimase nel cenacol santo Il pio drappello a gran portenti eletto, NIirando serpeggianti in ogni canto Lambir lingue di foco il muro e il tetto: Che d'improvviso interrompendo il canto In cori alterni canti di letizia, Mutol guatossi attonito a l'aspetto; Fervidamente rinnovando i voti, Onde ascendano a lor salvi i nepoti. Finche ripieno di celeste ardore XXII. Quando ratto Michel brillo di Iuce D'Espero tra la gente cittadina: Si scosse alfin fatto di 56 maggiore: XXV. Cos‘i quell'alme ai folgoranti rai De l'angiol messagger mute si fero, Pace sia a voi, disse; Feterno Duce, Finche a la voce non piil intesa mai A. cui tutto il creato umil s'inchina , Nlagnanimo Alessandro, a te m'adduce, Rasserenar l'attonito pensiero: A te dc l'oste Sveca un d‘i ruina, Perché sul Boristene 3 Pier ten vada, Quelle ascese Iassfl dal Russo impero, Ch'intorno ad Alessandro accolte insieme Di Carlo a fronte a reggergli la spada. Per future Vittorie ardean di speme. lVIapil‘l dc l'altre ne fur liete assai |