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Show CANTO LXXX. Allor da'suoi ripari Alardo uscendo Con audace drappello a mano a mano I Cosacchi e i Poloni iva inseguendo Per quel di marte insanguinato piano E tal ei fe'di lor eccidio orrendo, Che Stanislao, ch'il disperato etmano U N D' E c I M o LXXXIII. Dopo breve conflitto i1 palaf'reno D'altro colpo gli cadde a1 suolo estinto; Ebbe soccorso allor dal buon Cildreno, Ch'a porlo sopra fl 3110 destrier si E: accinto, E a hli diss'ei d'amor, di fe ripieno, Con pochi, ad isfuggir l'atra tempesta, Cedi, cedi al destin, datti a Iui Vinto,‘ Ma le servili ad isfuggir catene Ne 13. vicina si appiattar foresta. Deh corri tosto a Ie Sarmazie arene: LXXXI. Pietro, Augusto, Gordon, Burceo, Noreno A un tempo de gli Svechi urtar la fronte, E a lo sdegno guerricr disciolto il freno Si vendicar di tanti oltraggi ed onte: Quei, sentendo il vigor venir lor meno, In fuga rivarcar questo e quel ponte; E per troppo aff‘rettar giil capovolti Varj andar in que'gorghi :11 mar travolti. LXXXII. Carlo in fuggir coi portator trabanti E d'imp‘ovviso in sul terren riverso, Poichc‘: de la lettica e addietro e avanti Spezzarsi l'aste a pill d'un colpo avverso: Ei sorse a stento, e in que' medesmi istanti LXXXIV. Vedi ch'in piena fuga i1 campo a; volto? Non t'illuder, Signor; parti, t'afl‘retta: Nei volumi del fato e forse scolto Ch'a d‘i miglior qua torni a far vendetta: Ma pria ch'il varco al tuo fuggir sia tolto, Deh vanne; ed i0 con poca gente eletta A coprir rimarrb la tua partita, Anco s'avessi ad immolar la vita. LXXXV. A quel parlar piegasi Carlo alfine, E pill in ira ch'in duol mettesi in. via, Scontento assai Che di si acerbo fine Ricompensi il valor la sorte ria; E volgendo in pensier stragi e ruine Die'di piglio a un destrier Che gia disperse; Verso Perevolosna egli s'avvia, Salse in arcione, e ancora baldo e forte Onde Sarmate accor nove falargi Per ritentar ch'il suo destin si cangi. Tento di raVViVar la sua coorte. ' 4' 1mm ‘ ‘W‘ "m |