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Show c A N T 0 I) U 0 D 12 c 1 171 o LXXX. LXXXHI. Genio di Russia a rallegrar cue genti, Vieni, Pietro immortal, ch'il Mosco fato Finor guidasti infra i piu dubbi eventi: La un'altra soggiugnea: no il veglio alato Non potra cancellare i tuoi portenti, Poiche a l'amico Ciel di domar piacque L'invidia rea, che freme invano e tacque. LXXXI. Chi di Menzico, chi di Cherimano, Chi di Noren, chi di Burceo lodando, Chi d'Alardo sen va l'ardir, la mano, Con Che tractar ne le batcaglie il brando; Chi di Prassane in mar gran capitano L'arce, onde volse i pini aVversi in bando; Chi 'l valor d'altri, che ne'dubbi agoni Sovra l'orme di Pier fersi campioni. LXXXH. Quanto l'a dolce é udir da labbri tanti Narrar le varie gesta in mille modi, E in fogli poi mirar qua e la volanti Scritte ad ogni guerriero esimie lodi; Che non andran, com'altre, in Lete erranti, Giunto nel Cremlo, il Russo eroe s'arresta Anzi a un trofeo, Che d'obelisco in guisa Estolle al Ciel l'acuminata testa, E in area quadra ha l'ampia base assisa: Di stendardi, di acciar, d'aste ‘e contesta L'alca colonna, ed have intorno incisa La tergemina impresa, e'l colto alloro In Lesno, Olca, e Pultava a cifi‘e d'or o. LXXXIV. Lit su la punta de la mole altera La fama con un pie stassi in sembiante Di spiegar 1' ali per l'eterea sfera, E di dar fiato a Cuba aurea sonante. De la gran base in ripartiCa schiera A un laco a l'alcro immoti su le piante Veggonsi i vinti,‘ 6 par ch'a labbro muto Ofi‘i‘an di gloria ai Vincitor tributo. LXXXV. Son cinti d'ogni part6 i prigionieri Da gli squadron dei Russellani armati, Che fitti immobilmente in su i destrieri Pajono NIarti in marmo efl‘ig‘iati. Tutto si Sta; quando da industri artieri Eoiche a vincer d'obblio le mute frodi, E il vate Lomonosio che le segna, S'accendono girevoli ignee moli, E in aurei carmi a l'avvenir consegna. Che mostrano a Vicenda or lune, or soli. Del Cremlo ampio cola nei quattro lati 62 ma;0:; \._ ' ‘ ‘ L‘BZu-‘R-Ii a.33". .. "as..-" Qui una voce dicea: vieni invocato |