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Show CANTO S E T T 1 in o XLlV. XLVII. Fuvvi Alessandro ancor Che su la Neva B/iiete palme e trofei contro a lo Svcco, Che ripieno d‘ardor tentar voleva Tra' suoi di richiamar il rito Greco; Onde campar dei tanti figli d'Eva Potrebbe il iV'Iosco eroe per l'ampio regno A 1' ombra de l'ulivo, arte e Virtude Difondei‘ 5‘1, ch'anco i1 pin tardo ingegno Scoprisse appien le veritadi ignude: Potrebbe insieme a lui ch' ave ii triregno, L'anime un (11 da questo career cieco, Nla spento lui, poi'l Tartaro Ottomanno Che nostre fraudi ad or ad or'delude, Congiunto seco in amistade, un giorno Risospinse i Ruten nel prisco inganno. Cli spirci dev'iarci a eterno scorno. XLV. Pur fuvvi il quarto Ivan Che scuoter volle Il giogo inferno, e a Bio levar la mente; Ma 10 rendemmo efl‘cniinam e molie Fra le vittorie sue de l'or‘iente; E quinci divenuto atroce e folle C'imniolo di sua man cotanta gente: Talche l'amica nostra feritade Risorse a desolar quelle contrade. XLVI. N121 questo Pier, questo diletto al Cielo, Cui gia Alessandro, cui 10 stesso Dio Squarcio de l'avvenir l'oscuro velo, Onde renderlo prode e insieme pio; Se avverra un tempo; ah Che d'orrore i0 gelo XLVIII. So ch'in piil tarda etade in su 1a Senna Atterrerassi l' od‘iato culto; E Che di liberta l' inferna antenna F ara al celeste impero onta ed insulto: So Che potrem, se il vero or mi si accenna, Non piil restando il nostro eccidio inuito, Da questo avemo uscir, e in ferma sede La dcl Sovran del Ciel strugger la fede. XLIX. IWa pria ehe giunga il des'iato istante Di trarre a fine un 81 crudele esiglio, Ci ‘e d'uopo, 0 fidi, di valor costante, E negl'inganni ancor d' alto consiglio: Egli ‘e il. nostro nimico, i1 gran Tonante, Ad istante per noi s‘i acerbo e rio! Ch'or rivolge pietoso a Pietro il ciglio; Ch'egli Vinca Mazeppa e Carlo nostro, Pur ritenerlo e forza in aspra guerra, Onde barbaric non rovesci a cerra. Ahi qual ruina pel tartareo chiostro! VIDNBDEiiN-W! |