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Show ( «p..<;-.n-;a {flauva'wraa-pr "a" visu‘ ‘1, . ' .~ r I . A V "Ki .3 . CANTO DUODECIMO XXXVIII. XLI. Del Sarmata regnante a quel sermone? Ode che Stanislao sconfitto appieno Segue il destin del Nordico campione: Ode ch'a ridonargli il regio freno Cola giunto il monarca a lui gran festa Fero que'fidi suoi vassalli anciqui, Ch'al fur‘iar dc l'ulcima tempesta Furo disperditor di tanti iniqui, Sarmazia alfin d'Augusto ai pie si pone, Che seguian la rubella orda funesta A pro di Stanislao per calli obbliqui; Onde lieto nel cor ei s‘i n'esulca Ch'i casi andati in suo pensiero insulta. Sconvolto avean de la Sarmazia il regno. XXXIX. Ne guari ando ch'ivi un novello giunse Messaggio apportator di fausco cvento: E che, sospinti da infernal disdegno, XLII. Fama e, che poi giunto in Varsavia Augusto Ricolmo fu de‘pil‘l sublimi onori,‘ Da la Neva ei venia, dove consunse Ch'a ritornarlo a lo splendor vetusto Prassane di Stiernace l'ardimento; Cinto gli venne il crin d'eterni allori: Quando con cenco vele ei fiero assunse Che fin che Visse, ancor che d'anni onusto, Di tentar contra lui novel Cimento, Onde le Sveche navi ir poi cattive De la nova Petropoli a le rive. Donno serbossi de'Sarmazj cori, XL. De l'Ingria il messo, e quel di Golto insieme Ver Pultava seguiro il lor cammino, Per rallegrar la ben nodrita speme Di lui che de'Rutcn regge il destino. Augusto che nel cor gran desio preme Di riveder il Sarmata domino, Premj e ,pene alternando in giusto metro Sempre amico a le leggi, e fido a Pietro. XLIII- Intanto al Russo eroe novo contento L'anima invade in ascoltar conquiso Stiernace in mare, e sovra il Bogo spento Il ribellante ardir c'ha tanto intriso Di sangue il suol, sinche poi fausto cvento Ritorna in via sul mattutin albore, Erasi alfin d'Augusto in pro deciso: Pietro al messo de l'Ingria, e a quel di Golto E sprona in verso Chiovia il corridore. Stende la mano, e mostra page il volto. 2‘ b;l.fflhz¥;gnuiii Ifi‘fi-‘Em' I Chi dir potria qual nacque gioja in seno ‘ ‘ v" .- ""‘-__. |