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Show CANTO T E R Z 0 LXVIII. LXXI. Ella COl leggiadrissimo sembiante, Col girar gli occhi amabilmente accorta, Col si caro parlar mele_stillante, Onde fora in ognun gioja risorta, Lo spirito pensoso de l'amante Soavemente ad or ad or conforta, Talch'egli a le dolcczze ebbro in balia Di gucrriero e di re le cure obblia. LXIX. tutto assorto in quel vezzoso oggetto, Che in lui rattempra l'amorosa arsura, Ne l'appressarlo infra le braccia al petto , Sede di fiamma conjugal s‘i pura, Quel nodo ognor benedicea Che stretto L'avcva a lei per tanta sua vencura: lVIencre 36 base al trono era in consigli, Forse un d‘i saria tale anco ne'figli. LXX. Poi ripensando per quai strade ascose Gli abbia cal sposa addotta amico il fato , Da le angustie traendola penose Di quel servile suo povero stato; Ed estinte lc fiammc ardimentose De l'infelice suo amator soldato, Teneramente al sen se la strignea, Che un tesoro d'amor strigner sapea. Quinci nel mezzo del maggior tumulto De'caldi chtci suoi, cara, le dissc, Per questa gioja, ond'ora teco esulto, Per quella fe, ch'Imene in cor ci scrisse, Deh non tener quant'ora brami occulto, Poiche tue voglie a me leggi son fisse; 1)' e‘sserne appieno esecuc0r son vago, Ch'in farti lieta anco me stesso appago. LXXII. Forse ti duol ch'ancor non sia palese Il nodo marital a Russia tutta, E tema onesta d'impudichc offese T'agita l'alma con intei'na lutta? Quando tronche saran l'aspre contcse, Faro, lo giuro al Ciel, ch'Europa instrutta Di tua Vircil, per alta maraviglia lVlutola inarchi e actonita le ciglia. LXXIII. Tempo vcrra che di mia mano istessa Di corona regal adorna il crine, A l'alta Che ti avro possanza impressa Starsi vedrai le Russe genti inchine; E premcndo col pie l'invidia oppressa Chiara n'andrai tra l'Europee reine: Ala voglio in guiderdon de l'amor mio Ch'ogni pensicr mi sveli, ogni desio. Elllll} lily". |