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Show c .4 N T o D E c 1 111 o LXXX. LXXXIII. Cos‘i delusi i Russellani agguati, fidentre l'ampia foresta alto risuona Ch'avrian Ie schiere inverso il Ciel sommosse, Di tante al tempestar scuri taglienti‘, Salvo il drappel tra gli spessi meati Carlo d'assalto in suo pcnsier ragiona, E ferma gli occhi in su la carta intenti, Quella mirando triplice corona S'avvicinava a le nemichc fosse: :Vla su le lor trincee gli attenti armati Da'cavi bronzi ignee avventar percosse, Ch'i lesti non colpir mastri di guerra, Che al vampo si gettar boccone a tetra... LXXKL Immoti sul terren rimasi alquanto D'esservi estinti simular s‘i destri, Che tacque il suon da l'inimieo canto- De gli accesi ver lor fiilznin terrestri; Ed ebber poscia di tornare il vanco Illesi a quegli alberghi lor silvestri, Di forti, Che cingean le Mosche genti: Infine ai primi duci aperta schiude L'idca ch'il fero cor gli adesca e illude. LXXXIV.. Da questa parte, 6in dicea segnando Su quel prospetto linear col dito, Vo'che l'assalto allor si tenti quando Avrem nel bosco il lavorio compito: Vo'ch'a notturno Ciel n'andiam col brando Cola, poiche a me par men arduo il sito: De la cictii segnata avendo in carte‘ Ora quale di voi fora il pensiero? Di qua dal fiume ogni difesa parte. I tuoi sensi, o Mazeppa, espon primiero. LXXXII. Oi‘dina Carlo a mille e pill soldati, I..XXXV., Assento anch'io, diss'ei, ch'a notte oscura Ch'i minor rami con le dense fronde Recidan l'd d'adunco ferro armati, Tentar si deggia il repentino assalto; Onde il voto adeguar tra sponde e sponde Con lunghi fasci qua 6 Pa gittati De l'inie fosse a gallcggiar su l'onde; Tra l'ombre chete al divisato spalto, Finga tentar di quella fossa il salto E cento e cento scale indi commecte Altro stuolo al fulgor di faci ardenti, De le trinccre a sormontar le vette. Onde tutti chiamar 1'21 i Moschi intenti. Ma Che mentre una schiera 8.11th secui‘a In loco opposto de l'estcrne mura |