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Show CANTO SECONDO LXXXVI. L'ospite un d‘i tacito a lei presents. Un uom Che augusta ha di campion sembianza, Che dai neri occhi accesi sguardi avventa Mostrando ne l'aspetto alta possanza; LXXXIX. Femmi giil conti i casi tuoi lVIenZico, E come ti trascorra entro a le vene Di quel Sapore il chiaro sangue antico', Ch'esul n'ando da 1e sue Perse arene: Nel volto a cui sembra spuntar contenta E come prigioniera un nume amico D'avventuroso amor lieta speranza: Ella che la n'avea scorto il ritratto Volle cingerti il pi‘e di mie catene; A'piedi de l'eroe prostrasi a un tracto. Onde in altre tu stessa, e in altri nodi lVIe Vincitore, ora tuo Vinto annodi. LXXXVII. XC. Mirando Pietro ad un medesmo istante Due Vive luci in riguardar pictose; Su quel s‘i Vago amabile sembiante La donzella al parlar del suo signore Stassene umile, riverente, 6 china: Sente in sen Che co' suoi palpiti il core, Infra i gigli spuntar vergini rose; 01‘ d'assentir, or di negar la inchina: Sotto ad un velo un seno palpitante Strignere, dilatar le nevi ascose; Tanto furtivamente amor l'assalse Che d'improvviso foco ed arse ed alse. Vorria pur dir, ma non lo vuol pudore, LXXXVIH. Sorgi, le dice; e in bel modo l'astringe A riprendere intenta il suo lavoro; Quesca man Che la tua tenera stringe, N0 non ofl‘ende il feminil decoro; Ella e pieta ch'a porgerla mi spinge A'lunghi afanni onde apportar ristoro, E a dar, se il vuoi, pegno d'eterna fede Al puro ardor di nuz'i'ali tede. Che tra le labbia il vocal suon confina; E a1 conflitto Che prova in petto acceso De la Russia il destin ritien sospeso. XCI. Sire, gli dice alfin: a me tua ancella, Che tuo favor .di tanta ofl‘erta onora, Coneedi almen, ch' in solitaria cella Attenda in pace la novella aurora: Forse pietosa in ciel sorgera stella, Ch' in canto mar guidi mia dubbia prora: In cos‘l dir racca .da Pier si toglie, E in lui raccende le amorose voglie. |