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Show CANTO OTT/II'O XXXII. XXXV. Potessi almen del petto nlio far scudo Contra lo Sveco acciar, terror de'lVIoschi: A l'improvviso assalto, ai cari accenti Gli spiriti smarriti in sen richiama N'andrci VClOCC al formidabil ludo L'amjtta donna, c nci lumj Piagnenti DR questi lieta USCCDdO oscuri bOSChl. Lascia spuntar la des'l'osa bralna iVIa ohime! non V'acconsente il destin crudo , Di gime seco ai perigliosi eventi: Ch‘un 31 earn pensier par che mi attoschi In rimembrar che ricuso il consorte Que'che per lui volcano esporsi a morte. Non ti sdegnar, dicea, se un cor che t'ama Trema per te; sai ch'a cocente amorc Tien dietro incerto 31 geli'do cjmorc. XXXllI. XXXVI. Mentre costei COS‘I s'aflligge C duole, Non io qua venni da terror sospinta, E versa da le ciglia amaro pianto, Ma per mandar umili preci a Dio Levandole talora inferme 31 $016 Dal romito silenzio intorno cinta, Che par ch'afl‘retti l'ora acerba tantoz. Che mi ridesta in petto orror s‘1 pio. Su 16 vestigia sue dolenti 6 $016 Tacitamente Pier le giunse accanto,‘ Le braccia a lei sorpresa ambe converse, La strinse al seno, e il caldo umor le terse. Or a seguirti, eccomi, o sposo, accinta, Che sempre al tuo voler fia servo il mio: Cos‘1 dicendo al campo fer ritorno, Pria ch'a l'occaso declinasse il giorno. XXXIV. 'Perché, dicea, mia cara, 0r m'abbandoni, Mencre ho d'uopo maggior di tua costanza? XXXVII. Gi'a 1' ora del cimento omai s'appressa, E un campo e l'altro ancora immobil stassi: Sai pur che Cue virtudi a me son sproni, D'impaz'iente ardor voce sommessa Che tanta in cor m'inf‘ondono baldanza: Ne 10 Svedese dilatando vassi: Sal pur che ne le dubbie ardue tenzoni Muta a: l'oste Rutena, e sembra oppressa lVIi Vien consiglio da l'empinca stanza: Fa cor, non dubitar; meco ritorna, E di serena speme il Viso adorna. Al pallor de'sembianti, e a gli occhi bassi; Tem'ella ch'il suo erqe non ragga a fronte Del terribile Sveco Rodomonte. O |