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Show r A N T o LXXX. L'alato messagger nel campo Sveco Usar di sua possanza allor non volle , SETTIflIO LXXXUI. La tuba marz‘ial suona a raccolta, E tutto il campo in un istante é armato: E lascio Meganteo con quei, Che seco Ondeggia ogni bandiera a 1' aura sciolta, Rendeano Carlo con l'ecinan s‘1 folle: E s'appresta a partir ciascun soldato: Dei capitan 1' eletta schiera E: volta Ver Carlo, Che piil fier par de l'usato, Solo a quc'mostri ei volge un guardo bieco; Indi velocemente 31 Cid si estolle, Battendo i bianchi infucicabil vanni, Concento assai dei dileguati inganni. LXXXI. Fatti Carlo e theppa in un baccanti Da l'inferno drappel, balzar dal lccm: Fra 1c tenebre con 16 braccia avanti Cercar tentone acciaro, usbergo, elmetto: Infiammaci ambedue d'ira i sembianti Ognun si Sta: Pepiro alza la palma, E grida, odimi, 0 re, ma pria ti calma. LXXXIV. Dove moviam? sleal forse il nemico Ruppe la tregua, e d'assalir minaccia La Sveca armata, bench‘c dritto antico Divieti ch'ingannando il guerrier caccia? Sire, funcsti cventi i0 ti predico, S'armaro in fretta e capo e fiance e petto: Fuori dai padiglion corrcndo andaro, Se infi'angi il patto, c vai de'Moschi in traccia: E a un trar d'arco di 121 si rincontraro. L'araldo a far de la battaglia invito? LXXXII. Dove, mio re, grid?) l'etman, ten vai lVIandasti in pria del Boristen sul Iito LXXXV. Deh t'affrena, o Signor, l'ire sospendi, Fra l'ombrc ancor nel muto campo errando? Finché da Stanislao ti giunga aita; A Vincere, o a morir, rispose; assai Col bellicoso ardor tu non difendi Dal gel, da inopia or 1' oste illanguidita: Tu ben, 56 i1 vuoi, per te medesmo intendi, Ch'impresa intcmpestiva (‘3 male ordita; Mi fé chiaro i1 destin l'alto comando. Pria che veggansi in Ciel del 3016 i rai Riprenda ogni guerrier fucile e brando: T'ubbidiro, Mazeppa allor riprese, Che put me dcsta il fato a grandi impress. Cos‘i un giorno Cassandra il ver predissc, Lei derise Ilio, c l' arse intanto Ulissc. 39 NWD‘EW"? |