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Show c A N T o .Q~ U I N T o LXXX. LXXXIII. Poiche in mente raccolse ampio tesoro, Ad arricchirne i1 rinascente impero; Tal Che degno appario dcl sacro alloro, Ch'a faticoso indagator pensiero E largo premio c lusinghier ristoro,‘ Fuori de la cittél mosse il gran Piero Lit dove di Nettun l'augusta reggia Cinta di torri al Ciel s'erge e grandeggia. LXXXI. Lit con diletto le marittim'opre, In Sardamo apparate, egli rivede; E come saggia teoria s'adopre Per fare a latte edil secura fede, Ch'ogni difetto, ch'ogni error discopre Fabbro Che tutti i dogmi suoi possiede; Fabbro a quello simil ch'a Siracusa Rendette ei sol l'oste naval delusa. LXXXII. Non mai stanco l'eroe da mane a sera Nel Nettunio liceo da sera a mane L' ore trapassa in ampl'iar la sfera D'alte dottrine a lui tuttora strane: Ecco uscire del porto a la marina Venti guerriere ben spalmate navi: Dieci con Franca vela alboazzurrina Vagamente in balia d'aure soavi; Dieci con la Britanna porporina, D'indaco 6 nero mista ai color gravi: Quelle volgcrsi balde a l'or'iente, Queste ratte solcar in ver ponente. LXXXIV. Ciunte le squadre in non lontana altura Fermansi a un tempo, e volgono le prore: Vengonsi incontro a fronte egual secura Il mutuo a cimentar guerrier valore: La Franca i colpi suoi prima avventura Col fulmine dai bronzi atterritore: L'Anglica a lei con pin Vigor risponde, Che doppio dai colubri ardor diH'onde. LXXXV. Cresce il rombo, e tuttor Vittoria incerta Tra il fumo appar Che cielo e mare ingombra; Ala 21 ricrear sue idee, troppo a l'austem Ma un'aura occidental fa pill conserta De l'arsa polve ai guerrier Franchi l'ombra. L'Anglica squadra, in volteggiare esperta, Palla dicate dai piacer lontane, In due partita, una dal campo sgombra, Finta gli oH're il buon re su le sals'onde Pugna naval, Che gaudio in sen gl'iiifOiide. E l'oste tra due fochi alfin sorprende. Corre a l'orza, indi a poppa il corso prende, |