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Show CANTO s E s T o 26; LVI. LIX. G-iunta fra i1 comun plauso a1 regio ostello E fia pur Ver, gran Dio, ch'un'umil serva Gi'a un tempo abbandonata orfana errante Qual gioja proverai, qual maraviglia; Ch' in un lieto avvenir m'apre le ciglia; D'anima troppo, ahim‘c! forse proterva Violatrice di tue leggi sante, Carlo abbracciando, i1 cerco tuo fratcllo, Che perdesti col padre, orf‘ana figlia, . Or tuo favor a tanto ben riserva, Quale mi appar delineato innante; Quand'ei, tua madre estinta, il cor ferito E Che dal soglio un giorno i'stringa a1 petto Il mio smarrito ancor german diletto? Se bene intendo il preditor pennello, Vedovo errando ando di lito in lito. LVII. Tu, magnanimo Pier, 51 bei compensi Darai de la tua sposa a1 casto ardore, E di serbarti il soglio ai merti immensi, Ch'acquistera sul Pruto il suo valore; Poich‘e dal suol Vicin piil Che non pensi Il figlio di Mageo saprai trar fuore, E in ergendo la suora a onor sovrano, Renderle a un tempo il pianto suo germano. LVIH. hientre scioglie tai voci i1 sacerdotc Dei pinti oggetti interprete presago, Di pianto irrora 1e vermiglie gote Da gaudio tocca l'inclita Virago: U11 tumulto d'afetti il cor le scotc, Sé rimirando in quella Viva immago A sublime poggiar stato felice, Onde, volti a1 Ciel gli occhi, esulta, e dice: LX. Ah s‘r, ch'il vuol, Teofane riprese, Pietosamente il Dator d'ogni bene, Onde premiar le generose imprese, Che festi, 6 Che farai su queste arene. Ei dc la umanitade a pro t'accese Soavissimo ardor entro a 16 vene, L'altrui per raflrenar soverchio ardire, Con 1e Virtil gli odj temprando e l'ire. LXI. Non errato andr'a il tuo divisamento D'ergcre, 0 sire, a1 trono Caterina: Da la prossima eta plauder te sento Per questa tua s‘i amabile eroina: Fa la gloria d'un re spesso augumento Se a lui simile altri a regnar destina: Gia canora la fama i vanni spande Tc ad eternar col titolo di grande. M? |