OCR Text |
Show 'c A N T o N o N o XXVI. XXIX. Chi l'amico piagnea rimaso estinto, Chi'l congiunto prosteso al suol ferito; Chi tra dure ritorce il frate avvinto Esul dannato a errar pel Scizio lito; Chi'l diletto destriero a morte spinto, Non piangete i compagni estinti al suolo, No i congiunti feriti, e no i cactivi; Poiche i lor nomi andran su l'ale a volo D'immortal fama eternamente Vivi: Indegno ‘e del soldato un simil duolo, E chi l'acciaro, e chi'l tesor smarrito: Se di verace onor si nutra e avvivi: Onde tutta l'armata iVi raccolta Stavasi taciturna in doglia avvolra. Per far de'Russi immensa strage orrenda. XXVH. lVla non si tosto il re guerriero apparve Tra le Sveche e Cosacche aficlitte genti, Sol brama di vendetta il cor vi accenda XXX. Or dal petto d'ognun sgombrisi illutto, Che come van le nubilose larve E diasi al fianco lasso-omai ristoro, Che l'etman l'alimento ha in salvo addutco, Del novo sol rimpetto ai raggi ardenti, Tal da quei volti in un balen disparve E insieme il ricco militar tesoro: Poscia a raccor del valor nostro il frutto, Mestizia, che le fea triste e dolenti; Ed at strappar dal crin di Pier l'alloro E rinascer la speme in cor sentiro, N'andrem colél, dove m'ispira un Dio Ch'i nostri mali spargerh d'obblio. Quando tai voci dal monarca udiro: XXVllI. Lungi lungi il terror, fide coorti, Che non fia sempre avversa a noi fortuna: E che temer? pugnaste pul‘ da forti, Onde non fu di sangue ostil digiuna La Russa terra coverta di morti, Tal che di Pier gloria e splendor s'imbruna: Cedemmo, e ver, ma la Vittoria istessa Ha la nemica armata e scema e oppressa. XXXI. A voi sia lode, o capitani illustri, Ch'il redivivo Russellan furore Foste in frenar spesse fiate industri, Spargendo tra que'barbari il terrore: E a voi, donzelle, ch'i natii ligustri Di vivo aceesi bellicoso ardore, Vere Amazoni in guerra ambo sembraste, Che mortali ai Ruten colpi vibraste. |