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Show c A N 7' o 010011110 XXXVIII. XLI. Giunge la torma inferna a1 Desnio lido Appo di Meganteo ch'a Carlo impera: Quel demone in mirar il drappel fido Pill audaci imprese assai medita e spera: Mette per gioja allor s) forte un grido, Tale apparve al mirar la Sveca armata Ad un sol grido in un balen commossa, Che fuor del campo qua e In schierata Che l'aer ne rintrona e la riviera; E pone il campo in subico scompiglio, Ch'a l'armi corre in fretta a dar di piglio. XXXIX. Crescendo il moto va, poiche da lunge Veggonsi a l'aura sventolar stendardi, Lasciando a tergo ogni trincera e fossa, Sen gia veloce, quasi fosse alata, L'oste a sfidar Che ver lei s'era mossa; Quinci insieme aggruppata in un momento Immobil scassi ad inconcrar cimento. XLII. Poiché, tratta d'error, l'insegna alfine Tal che l'intiera armata in un istante De la Sarmata gente discoverse Da Stanislao condotta a quel confine L'aica ad apprestar ch'a Carlo ofl‘erse; A quell'aspetto l'anime ferine L'ire in subice gioje ebber converse; E mettendo di viva un lieto suono, Par che celeri vanni abbia a le piante. Da lungi salutar lo stuol Polono. Onde vigil sospetto ogni cor punge, Ch'oste nemica ad apparir non tardi. Qui squadra a squadra in un balen si aggiunge, L21 in sella i cavalier cotton, quai pardi; XL. Siccome avvien se in Afl‘ricano suolo Dispieghi l'ale impetuoso i1 vento, Che s'innalzan le arene a stuolo a stuolo In repentino obbliquo movimento: Finche eessato il turbinoso volo, Caggiano in monci ad apportar spavento A l'infelice pellegrin, Che spesso Troppo lento a fuggir rimanvi oppresso: XLIII. Carlo ch'a tutti gli altri innanzi er'ito, Nel fido Stanislao primo scontrosse; E fatto con la destra amico invito Disceso da l'arcion seco abbracciosse. Bramoso di saper come in quel lito Con la falange sua venuto fosse, Interrogollo; e il Sarmata cortese In brevi accenti a cosi dire imprese. |