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Show CANTO SECONDO XCH. XCV. Di Caterina ‘l'anima agitata In gran tempesta di pensier si volve: Tucto quel giorno a gli occhi altrui celata Meditabonda di restar risolve: E quando notte d'atro orror velata Talvolta un altro men di qucl dubbioso Al combattuto cor spcmc ravviva: Perch‘c turbar, diceale, il tuo ripeso, S'or 5‘1 fausca ti appar l'instabil diva? Non cinsc il crin di serto luminoso La terra e il. cicl me Is tenebre involve, Pescatricc Olga al patrio fiume in riva? Ella al mesto fulgor di un debil lume E quanta schiave, cui la storia noma, Giaccsi insonnc in su le conscie piume. D'un d'iadcma non s'ornar la chioma? XCIII. Talor diceale un timido pensiero: Infelice Che fai? Forse tu aspiri XCVI. S‘i magnanimo eroe, percht‘: Cu ofl'endi Con questo vano ignobile sospetto? Jgnobil scrva a1 talamo di Piero, La fama universal non anco intendi, Onde reina un d‘i Russia t'ammiri? Qual virtii, quant' onor nutr'egli in petco? Forse non suole audace amor guerriero D' alma pudica illudere i desiri? Non vlebbe etit, che il gran Tonante istesso Se d'incostanza ora incolparlo imprendi Perché ad Eudossia sua sccma l'afl‘etto, Cib non avvien senza il voler d'un Dio, Fu seduttor del tuo femineo sesso? Che i nodi scioglie, Che mal l'uomo ordio. XCVII. XCIV. T211 6in non 3211-11, ma 3 la consortc, A Eudossia sua, perch‘c volger le spalle? Il merc'clla? nol so: ma sc vuol sorte Che t‘abbassi ei tra l'nltime vassalle, Sprcgiata non dovrai sino a la morte Premcr d'un chiostro l'odl‘ato calle? Non fia dunque per te miglior consiglio Del virgineo candor serbarc il giglio? Non t'avvilirg fa cor: la dcstra porgi Al tuo monarca, I: i suoi dcsiri appaga: E 36 a cotanto onor quinci tu sorgi, Padre c gel-man di rintracciar sii vaga: Quel Saporidc ancor, di cui ben scorgi Che l'alma fu di un tanto Imcn presaga Cerca , e di Glauco: ed a lo sposo accanto C01 don Compensa il per tr: sparso pianto. 16 |