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Show GANTO c 1 M a LVI. LIX. Coscei Che del suo duol ben s'era accorta: Quando improvviso alloncanossi il figlio, Soavemente in bei modi il conform Col saggio accento e col pietoso ciglio: Tu sai, dicea, che per via cupa e torta Guida i destini il sovruman consiglio; E che se minacciando anco spaventa, Spesso un'alma Che prega ode e contenta. Il confortato eroe di tanta cura Buon grado seppe a la gentil consorte; E sol pensando de l'et'd futura A la promessa a lui felice sorte; Di lVIicislaVia uscio fuor de le mura Ne l'armi ad addestrar ogni coorte; E a far ch'in punto a l'uopo il tutto sia Di NIarte a ricalcar l'usata Via. LVII. LX. Non ti stancar di porger voti a Dio, Ch'a un volger d'occhi mutar puote ill core, D'Alessio, e secondando il tuo disio Per le sante Virth spirargli amore. Omai da te discaccia il pensier rio Che forse in te rafli'ena il prisco ardore; Segui le imprcse cue, nel Ciel t'afHda, Ch'a lui nel seno ognor piet'a s'annida. Carlo intanto col Sarmata soccorso, E da nova infernal furia 505 into, P 7 Verso P u l tava 'acce l erando ' ll' corso S'era con l'oste a l'ardua impresa accinto: Non con Canto furor indomit'orso Spignesi al pasto da ferino iscinto, Quanto il guerriero Nordico tiranno Mosse veloce de'nimiei a danno. LVlII. LXI. Disse, e d'un guardo avvivator ristora L'afl'litco sposo, e il volto a lui serena: Come fulgor di lampane colora A l'improvviso la notCurna scena,' 0 come suole la vermiglia aurora Diradar l' aria d'atre nubi piena; Tal Caterina col beante aspetto F ugb di Pietro il cupo umor dal petto. Era quel re pil‘l de l'usato altero, Perche triplice armata insieme uni'a Del Cosacco, Sarmazio, e Sveco impero, Ond'alte gesta entro la mente ordia In quel novo segnato a lui sentiero Dal rio NIazeppa ch'al suo fianco gla,‘ Ma non tali in sembianca ivano alceri Di tutta l'oste i duci suoi primieri. |