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Show c A N T o TERZO LVI. LIX. lVIagnanimo Signor, guerrieri illustri, Perche ci arrida prospera fortuna Esser conViene ad esplorare industri, Quante 0r fruudi Mazeppa in mente aduna: Pari a hmilio sarai, qucl gran Romano, Che a vincer il Macedone squadrone Terribilmente armato in basso piano, Cui null'oste si stava al paragone, Fido un Cosacco intorno a lui perlustri, In loco allor tracndolo montano E quando il ciel risplende, e quando imbruna; Poiche, tem'io, che in non atteso loco Diegli ai fianchi e a le spalle aspra ten'zonc; Tal ch'egli Perseo, alfin domato e Vinto, Rivolga il traditor di Blarte il foco. Si trasse al carro in Campidoglio avvinto. LX. LVII. Forse Pultava esser potriu l'obbietto De l'ire sue; c0121 sen vadu Alardo Seco menando quel drappello electo, Che in fulminar da lunge Annoso bosco, rusticano Atterri in Via dcvastator Ondc alberghi e alimenti Il campo Sveco predator _ ha dotto il guardo: tetm gagliardo, in nessun dove non trove. LVIII. E tu, regio campion, anco pon mente Tacque Gordone, e il Sarmata guerriero Cuniss'ian (2051 a parlare imprese: Inclico Pier, Ch'ad illustrar l'impero Amico il Ciel la tua grand'alnm accese,' Che non mai stanco indagator del vero Sai maturar con questi eroi le imprese, Al patrio amor, Ch'a ragionar mi sprona D'un re Che t'oltraggio, deh tu perdona. LXI. Parlo d'Augusto; e so ben io Che ingrato D'infievolire al tuo rival le forze: Ben l'otterrai, se col pugnar frequente Al tuo mostrossi provvido Favore, Che a Home di Conti l'aveva alzaco In cento parti il marzio ardor gli ammorze: Cos‘l scemando la nemica gente, Prima ch'aita il campo suo rinforze, Piombar potrai con la maggiore armatai A sbaragliarlo in gran campal giornata. Del trono di Sarmazia a lo splendore,' Che in tanti rischi avrialo poi campato Da lo Svedese barbaro furore, Se la sua fede in Birsa a te promessa Non avesse in Altopoli soppressa. \‘ "Cillllllllll ~ |