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Show CANTO ‘QUINTO XCII. XCV. Pensier cangia l'eroe: sdcgno, furore Vindice il chiama a la natia contrada: Conoscc il franco di Gordon valore, Ch'al grand'uopo tractar sapr'd la spada: Desio in Italia il Vuol; ma in patria amore: Ond'E: forza ch'a Mosca egli sen vada: Vola in Moravia, ed in Sarmazia giunto, S'é con Augusto in nova fe congiunto. Cos‘i giurato sagrosanto accordo D'aitarsi f'ra l'armi ambo a vicenda, Ver Diosca Pier si volse, a pieta sordo Di giudice in sembianza aspra e tremenda, Lo Strelita a punir di sangue ingordo, Onde col sangue espie sua colpa orrenda: Cio fatto, de lo stuol torbido c rio Dannb l'indegno nomc al muto obblio. XCIH. XCVI. Seppe tra via che l'oste sua sostenne Contro il Gallo Com} (1' Augusto il dritto, Ond'ei loscettro ad impugnar pervenne, L'emul lasciando inonorato e aintto: Mentre la fama dispiego le penne Tal difesa a mostrar, come delicto, Al giovin Carlo, gi'a di Francia amico, Che desto l'odio avria de gli avi antico. Trascorsi i giorni di vendetta e orrore, D‘i sereni l'eroe n'addussc al rcgno; Ovc di sue Virtudi al vivo ardore Apprese il Russo a usar arte ed ingegno; E il selvaggio isba‘ndendo antico errore, A l'illustre ei poggio prescritto scgno, Mentre impresa non fuvvi in cui la mano Industre non ponesse il Russellano. XCIV. XCVII. Seppe ancor ch'il re Sveco ardito e forte Sarmazia 6 Russia invase avria tra poco, Mentre addestrando impavida coorte Maestra la rendea del marzio gioco: Pietro a l'aspetto de la dubbia sorte S'accende in cor di generoso foco; E di Dalbergo in rimembrar l'ofl‘esa, Con gioja s'apparecchia a l' ardua impresa. Ma in Veronizza pill l'opra fer-veg In tesscr navi a la regal presenza Di lui, ch' in tutti grand'alma infondea Con l'appresa in Sardamo esper‘ienza; Ch'ascia, squadra, compasso usar sapea Maestra disvelando intelligenza: Quand'ecco araldo a lui recar tormento, Mentre si stava a'bei lavori intento. f" llllillll‘"? |