OCR Text |
Show CziN'I'O SECONDO LXXX. LXXXIII. Giunta di Cherimano appo a la moglie La schiaVa allor nel Cineceo maestra, - L'aincta inconsolabile dODZCUa, S'attrista pill, mentre colei l'accoglie Qual se vedesse una rival rubella, A incender atta non pudiche voglie, Poiche la scorge s‘i vezzosa e bella: Pur a lei sicde umilemente accanto ‘ Interrompendo il ragionar col pianto. L'usanze avendo e il Blosco idionm appreso, Nei feminei lavor l6 figlie addestra Del buon himzico ad 0n01'arla inteso: Parea che in quella sua spoglia terrestra Fosge dal cielo un angiolo diSCCSOS Tan-he virtudi ella da i labbri schiuse, Che me 16 alunne poi tutte trasfusc. LXXXI. LXXXIV. Ella i éogliosi suoi casi narrand‘o, Cli alti Pregi a ridir non Card?) {31113, Ed alma ingenua e intatna fe le mostra, E in brev'ora n'empieo la gran cittade; E virgineo pudor, Che a quando a quando Di vedcr Caterina avida brama Le belle guancie di rossor le inostra; Dei Pill chiari guerrier gli Spifti invade: Perche l'ospite sua gilt mette in bando Quel mostro reo, Che ne l'infei'na chioscra Nodrico d1 minor, 61‘ odio, e di sdegno Ognun Menzico fortunato chiama Albergator di non mortal beltadeg E seco lui nel Gineceo sen viene Sen venne a contristar d'amore il regno. Ad infiammarsi il cor di vana spent- LXXXII. LXXXV. L'egregie donne in amistél congiunte: Ella soavemente ognor cortese Vissero poi sino a la sesta luna, Senza ritrar dal lavorio la mano A tal Che morce avriale sol disgiunte, SC a'voti 101' no" s'opponea fortuna: Costei ch'avea tante venture aggiunte De l'orfana in favor sin da la cuna, Lil condusse a vederla il buon Menzico, Ch'indi l'otmnne in don dal duce amico. Le inchieste di ciascun‘ Paghe assai rese ‘ Sul nascimcnto suo cotanco arcano: E ai detti, a gli atti, ai guardi {‘30 palese Un non so qual fulgor, Che occulta invano Che qual b serva naca, abbia degn'alma Di rigged serto e di Vittrice palma. |