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Show CANTO XCII. In ehiostro inospital chiusa e; Sofia: Tra ferri Galicino a: in un momento; Ch'esule ne la Seizia indi s'invia, Privo del patrio censo a tradimento: Altri la eolpa e0 la morte espia,‘ Altri in carcere aneor vegcta a stento; Cede Ivan timoroso oltr'ogni metro; Solo in trono apparir eecoti Pietro. XCIII. Ei de la suora a incrudelir lo strazio Di tesehi insanguinati, e tronche braccia, D'ira non mai, nc‘: di vendetta sazio, Le mura orno, che Stan del chiostro in faceia; Onde stamparle in cor per Iungo spazio Profondanlentc del terror la traccia: Ma l'innocente intrepida eroina Solo del Cielo al gran voler s'inehina. XCIVIo da quel giorno, ahi giorno sempre amaro! Che fu di mia felicita l'estremo, Tentai di porre a tanto mal riparo; l\/Ia scmpre indarno , onde ancor m'ango e gemo: lWentre sordo i1 destin mostrossi avaro \ Di piegarsi a1 desir che in mio cor prcmo: Fors' ei volea Che qui attendessi Carlo Per svelargli il misfatto, e vendicarlo. S‘i vendetta, mio re, vendetta atroce A pro de gl'innocenti alfin s'imprenda: De 1' oltraggiata Astrea senta la voce Il mio tiranno, e a rispettarla apprenda: Vada del Tana a la deserta foce Co l'esilio a pagar la giusta anunenda; Riveggasi Sofia con Galicino Reggere aneora il Russellan destino. XCVI. Trenta mila Cosacchi, e dieci antenne Stanno pronte ad unirsi al campo Sveeo, Tosto Che tuo voler fia ehe m'aecenne, Ch'a tentar l'ardua impresa anch'io sia teco: Di vettovaglie e d' or fonte perenne Faro Che Ucrania tutta oggi Sia meco. Se v'acconsenti, a Baturin men V010, E riedo a te col bellicoso stuolo. XCVII. Tacque NIazeppa: e intorno gli occhi gira Carlo ai guerrier, poi dice: a buon diritto Non egli forse a la vendetta aspira? Punir non si dovra tanto delitto? Chi de'sudditi suoi merita l'ira Esul dal trono errar non dee proscritto? Di voi quai some a tanta oHErta i detti? Concorde l'assemblea disse: si aceetti. , {\mumj' |