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Show DELLA HISTORIA VINIT. fiioi figliuoli 8t aiquanti altri amici Ioro prefa Ia porta della cittz‘: , che Ber. gaé detta , mando a dire a Vinitiani , che gli afpettaua armato per dar Ioro quella porra & riceucrnegli . I Proueditori ui mandarono (inquanra Stra- tioti , che intendclfcro, come la cofa flaua,& fene ritornaffcro. Guido d‘in fu la torre neduti i cauaIli, con gran uoce incomincio a chiamarli, 8taperfc loro 1c porte. Et esfi entraron dcntro:& iti un pocoinnanzi in certifanti Tedefchi s‘inconrrarono: i quali fatto in Ioro impeto gli cacciar tutti fuori della cirtei per quella nia , clieucnuti u‘erano : 8t prefer la porta . Ma diffendendofi Guido 8cglialrri (in! (ii {0pm, non potcndo i Tedefthi pigliarli, dato da efsigiuramcnto , che non gli nocercbbono in parte alcuua, Guido 8t gli altri fi render loro . Et incontanente tutti fenza mancarncpure uno cétra la fede del facramento,parte da loro uccifi furono, part6 dalla torrefi precipitorono efsi fiefii:& cofi perirono. (belle! notte raunatofi i1 Configlio deHa citta per ordine di quelii di [Vlafsimiliano , mentrc efsi niun foccorfo dal ualore & ardire del loro animo a [c fiefsi cercauano; main c6trario con paura & trepidat'one tutte quafi Ie cofe faceuano; di Ioro uolonta‘ tre ambafciatori dalla citta‘al Capitano & a Proueditori mfidarono, promettendo di dar loro Ia citta‘ con quefie c6ditioni ; che i Vicentini c6 quelle leggi per lo innanzi fotto I‘Imperio della Rep, foffero; con lequali erano ltati per lo adietro :8: die afoldati di Mafsimiliano alcun danno non fi fa‘ cefl'e ;& potefTero con la loro (ofe liberamente partirfi. Fermati quefli pat- NONO LIBRO. -. m tuna , Iaquale alla Repafpiraua , 8t d'efl'erle fauoreuole s'affrettaua; non bi' fognaua alcuno indugio recare. Et che a ricuperar Verona incontanentc n'andaffero. Percioche aucrrebbc; fe esfi {enza tardanza ui fi conducefl‘ero,‘ che i nimici fprouedutamente aITaliti farebbono : 8t quel popolo 8t amico per {e alla Republica,& dal grauisfimo imperio de nimici accio incitato,n6 eflendo la terra ben munita , nel primo afl'alto fi renderebbe, come Vicenza farto hanea. Et accio che con l'effempio di lei 1e altre terre ottima fperii za prendeffero; a gli habitatori di Vicenza & del fuo contado 8t fini tutti, per cinque anni {ollenamento 8t franchezza di turte 1e grauezze Fu donata: aggiunto alla legge, chei debitori per uno anno intero effere aflretti a pa- gare non poteflero. fit a M.Luigi da Porto uno della‘nobiliti di Vicenza, ' giouanetto di forte 8(ualorofo animo, per l'ardente uolontai& fludio {no inuerfo Ia Republica a caunlli leggieri,che egli p 10 adictro dal Senato hauuti hauea, altrettanti canalli gli furono dal medefimo Senato nccrefciuti . fit 01tre accio deliberarono iPadri, chei Proueditori uno editto proponefrero, che fe icrttadini di Vicenza flari nellc part1 denimici in ifpatio di quindici di a cafa ritornafrero , farebbe lor pdonato di quel fallo : eccetto alcuni po‘ chi; i nomi de quali furono recitati:& che i1 Proueditor Moro da Vicenza, 8t gli altri tre dallo eflercito n6 fi partiffero. In quel mezzo IVchTer Angelo 'I riuigiano Capitan dell'armata : ilquale do dici galee a Chioggia condotte hauea,la {ciatene tre nell'lflria ; c6 licé'za dei Senato in citti ne uenne: ti ,M.Girolamo Sauorgnano & alquanticapicon 13 parte de foldati piu r5- & auerti Ii Padri, che ire in fu nel Po con l'armata no (i potea , fenza gran perata , Ia mattina feguente furono nella citta‘ riceuuti. Il reflo dell‘eflercito non fulafciato entrarui : accio che quella nobile &ricca citta' a tuba non andafl'e . l nimici quel di medefimo quattro mila & quattro cento fanti benifsimo armati , & di eta‘ 8t qualita‘ del corpo taii , the da effere mirati & temuti eran degni , & fel'animo a Ioro ca pi uennto meno non fofre , grandemente atti a diffendere quella terra ; 8t fefl'anta canalli con 1e loro artiglieric 8t co loro arnefi 8c di famine 8t di {accomanni grande numero {e n'andarono; & ancho il Signor Fracaflo con pochi caualIi . Et qucfli uolendo andarc pericolo, hauendo i! uca fatto fortezze, come s'intendea, fopra le ripe; & elfendoui poca acqua per cagione del tempo molto {ecco , 8t andidoui fenza efTercito . che all‘armuta fia d‘aiuto & di prefidio . Et che molto meglio farebbe; che tutte Ellie genti, che esfi haueano , a Verona con molta {periza di profitto & ficuraméte fi midaflero : che alcuna lor parte nel Ferrarefe 3 Verona , fu loro ordinaro, chea Bafciano gifTero . Vltimatamcnte cento 8t uenti canalli di Papa Giulio ; che inficme con gli altri a Mafsimiliano fer- con incerto aueniméto & in auentura fi poneITeJit che u‘era Pefaro,& u'era Anconadequai cittzi egli, fe'l Senate uoglia, poter prEdere non fidiffidaua . Percioche egli hauea da alcu ni loro cittadini,che esfi tutta l'imprefh uoleano fopra di fe di concitare i popoli 8: di darfi-alla Re .pure che egli l'armata ui uiuano , ufciti della citra‘ ', a Fervrara {e n'andarono. I quali tutti partitifi il Ca- caduca fprouedutaméte.Et che u'erano etiandio lgano 8c Sinigaglia,che porre a ruba & ardere non farebbe molta fatica . Et {e i Padri pure deliberato pitano & Proueditori in Vicenza entrarono , & dalla citta‘ eon incredibile allegrezza fur riceuuti, di manicra (he a ciafcuno dalla morte eflere {cam pato panel . Il Senato hauendo notitia di quefle cofe , &riceuutc Iettcre da re dalla Schianonia nella Puglia paITare : doue materia n6 gli mancherebbe, haueflcro di aflenerfi dalle terrc della'chiefa ; che egli potrebbe in poche ho: cite a Montagnana 8t 3 queglialrriluoghi , che da quel latoerano da nimici tenuti : ilqual configiio non fu lodato , fcriuendo loro,che'l corfo della Ior ne ancho c6 uolonta di noflro Si nor Dio , la fortnna ; di uendicar 1e ingiutie fatte dal Re ferdinando alla iepu'blica. Hauendo cofi parlato co Capi dc Signor Diece M . Angelo , all'armara (i torné . I det ti Signori poco aprcflb, 1e altre propofle di lui non riceuendo , deliberarono , che l'andar (6 uittoria non era da intratcnerein cotai leggiere ocwpationi : 8c che alla for- armata nel Ferrarefc fi foprafcdcfl'e. Vn'altra deliberationc i medefimi Si‘ Proucditori,che diceano,che al Capitalio parca didouere andar con l'efler- 111) |