OCR Text |
Show LA VITA diede inditio di quello, che cgli doueua echi'e. Fu farm in queflo tem- DI M. PIETRO BEMBO CARD. fi {hole a fireii2c2la qml Citré fi reggeua in que tempi parimcnte a Re- flile duro rozo , 8C barbaro fenZa {celra alcuna di parole , 0 di mimeri Oraiorii 8C Poerici. L‘Academia di Lorenzo de Medici, nella quale comiuciaronoé fiorire in uarie maniere di fciemie alcuni chiari ingegni pulvlicn , non molro $1in inllituti di Vinetia lontana; 8c era a Vinetin amica. Etperclie aiimm tenei-isfimamente , 8C fopi'a l'amor ordinaiio paterno il piCCiol fimciullo per l‘indolc egregia , Clie gia gia ui fcorgeun : filldiindfl all: fua ambafCieria , lo meno feco per liauerlo fu quella Che prima in quelle ceiiebre barbariclie aperfe gli occhi & uol. g6 il piede al dritro & uero antico {entiero cofi delle cofe, come delle pa~ role. Fra qualiil Politiano I'Crill'e , & latino ct uolgare aflai compormbilmente. er tale Clie mollro d‘efi'er uoluto ufcire da quegli intriCJti bo- prcllo , Sc {lilo {ludiare ,& perche anChe polifle la lingual Vinitizma, 1a quale in que trmpi non era molro forbitagdoucla Firentina era Scc‘ heggidi fmbii‘isfma e nmsllra dell‘alrre mtte : oltre , Che in quellav Cit-4 ta‘ (fin dal cielo, (3 lie deil'efiercitatione) e‘ ranta finezza d'ingegni ,Che fclii, er difficili della prim; barbarie,piu [0110 the fi pofla dire, Che egli entraflealf‘atto neiuagl1i,ameni,er graiiofi campi dc i diuini M i Tullio er petrarca Cr fimili . L'eCCellente natura e: giuditio deldiuin M. po M . Bernardo Beinbo Ambafciaror per due anni, come in Vliicflx'l lief-"iin'alrra le uzi iiianzi , e‘f‘orfe poClie l'agguagliano . Qiiui M . Pie- tro Benibo dwlln diligenzapareriu,dalla Commodirfide gli liuomini, dalln felicirfi del Ciclo,&molto piu dall'eccellenza del fno ingegno, & diuina narura aitato fece ne gli [ludii della lingua latina,& della uol- Pietro Bembo con occhio ceruiero 7uil‘te le bellezze interne diqueidi: uiiii {piriti ,entro uigoi‘ofzmeme dentro in qu: uaghi et gratioli foggiomi ;et fl Eritzzmenre er Con tanto ardorc ui fi eflercito, Che non fola- meme cgli ne parcori Fruttidegni et lodari,ma con l'auttorita‘i , Che n'ac: quiflc‘),iiuoco dal primo torto et intricate {entiei‘o la fun e: la fegueiite etzi,a quello facile 8C efpedito; 8(fece {1, Che quei del {no tempo,& do- gare tanto li‘iitto, (lie'ln quella fna prima,anchor giouinerta etz‘i compofeinquella, &'m quefia opre lodare rammenre da tutti. La qual cofa polui Clie a i Compouimenti han uolto l'animo aTullio,Vergilio,Ce- fu ranto di maggior marauiglia degna, qunnro in que tempi le pulitc lettei'e , 8c l‘eloquentia giaceuano incultc,& neglerte, & n6 s'liaueua riguar- quanro poflano s'ingegnano . doa feelta di parole,nead imitatione di buon aimore alcuno . Marco Tullio era da i piu {ludiofi lafciato a dietro, & in poco ufo tenuto, 8: con lui Vergilio,Tei-enrio ,Orario , Tibullo , Ceflire , & gli alri'i candidi amtori, Che fono gli occlii,& lc delitie della pura, & ueralin- gua latina , & dell'eloquenza. De quali alcuni fi leggeuano ordinariamen: te nelle fwole, afanciulli piccioli, iquali diuenuripoi graiidi difcofla- fare, & a gli altri di quefla nora,fcriuendo rimirano , & Farfi loro fimili Et perClie alcune eta‘i,& alcuni ingegni (Credo per dono particolar de Cieli) giungono nelle {Cienze & nell'ar: ti a cerri fegni,fopra quali none conCelTo altrui alzarfi,6 per dir mt glio arriiiarui , {i come di Demoflcue, Cicerone, Homei'o, Vergilio, CeIhre , Orario, & alcuni alri‘i e‘ auuenuto , per quello s'affaricd quanto puote M. PictioBembo di perfiiadere conuiue uoci & con fericti, gli linomini della {in en} Che imitallero quefii ; 8C a quefli , come a certo 8C honorato fcopo uolgeflerc‘) la mira quei tutti, clie‘fcriuer lodatamente inten- l rifi da quelli s'accoflauano per lo pin a gli aurtmi barbari, {cabro- 3|: {i , & afpri , come era Plauto , Sratio , Lucano , Nlartiale , & fimili, 8C {e pur tal'hom (i riuolgeuano a Cicerone,aCefare,& a fimili fi Cibauan folamente della reflura dell‘hil'coria : la diuinitz‘i del lor flile , 8: del mirabile arteficio non era ehipur pocoodorafl'e , perche nel uero non deuzano;hnuendo per fermo,che quire piu l'huomo da quefii fi difcoflaua,tanto dall'ornato graue, uehemenre , &uero dire s'allonranafle . Il Che ci-a piu alcuno Che hauefl'e il uero guflo del .proprio,puro,candido, & bo duro & acerbo, molto da quefio gufleuole & {aporito diuerfo ,impetro non dimeno dalle genti Che lafCiate le loro cattiue guide s'appiglialfero a migliori,a quelli andalTer dietro , 8c d3 lor confini non ufcif- l numerofo parlare,& intendere latino antico :tmto lialiea prcfo di uigore l i . g, l l l m... il 'il .mnl ufo , credo , peril lungo corfo degli anni, & delle rouine d'ltalia. Er fillo auueniua parimenee nella lingua uolgarepellaquale trouandoli due fcrirtori, il Petrarca,& il Boccaccio l'uno in uerfo,& l'aluzo in pro fa , degni qumtunque a lui foffe difficile molto ad orrcnere da quegli huomini i quali erano fin da primi anni per lungo ufo giai auezzi a u'uiere di Cl= fero . Onde auueune Che l'eloquentia da tanri anni inanzi giaciuta firm a que tempi uile8c difprezzatmperla collui opera fi eccito & comin= a giuditio di Chi drittamére flinia (la efl‘ei'e co greCi &. C6 lqtini {critrori nel Cio a premiere i fuoiprimi rralafciari honori& ornamenti in tanto,che lnr genere agguagliati per uia d'afi‘eito, di dolcezza,di candore,di decoro Chi Comparari gli {critti di coloro Che a temfio di 1‘1 . Pietro Bembo, 8C dopo lnihaimo compol'co,a gli {critti di queiclie molra eta‘i inanzi di lui fi ueggonogorri per {e fiell'o agcuolmente giudicare, quanta difi‘e- & di tum quei lumi, uaghezze,& ornamenri Che fi debbono difidernre. Si feriueua non dimeno da quell'eta‘i poco culta, & poco giuditiofa con flilc * k 111 |