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Show V268 L E TTE R A. XX» IZETTERA xx. 269 to la natura, piuttoflo che d' una voce di nuova zec~ [0 fe mi defl'e il cuore di leggere: una- novella di Lok- ca, battuta lo quel punto per dover rimanere , e poi mano, cosi com' elle li trovlano. fiampate, in fondo alla a {up temoo lervir d: vocabolo in una lmgua di nuo. Gramanca dell'Erpenio, per ul‘o de'prmcrplanti ,legna- va mvenzxone; e raddoppiando come en ‘Budovi/Iant tevi rutte lc vocal]; s'xmmaginaadello ll buon Padre Pretro ,che quel‘ta cofa. aneora di. Babel, come qualche- la B, venne 10:0 (11:0 Babel, verb, 0 vogllamo dire. mntazione d1 conume, intelh fin d'allora e pox Imma- dunaltra da. me conferltagh ,pofl‘aefl'er unarehquradel- fa graduata a voc-abolo', puo dirli, comune di tutte le appre fe da. Monlieur Herbelot 46. anni. fono. Seguita adunque egllm dice. Cosi e; la voce Babel llgni- le lmgue Orientali, lignifiCativo d1 confufione . lo Che aveva nelca-po quefla cofa, e aveva penfatodifcrVlrmene al rnio propofito, per aflicurarmene, ne lcrif- fi poehe femmane lane a Koma al nofiro Padre Ple. tro Benedetri, oracolo, come ella fa, della mia mag. gior fade, e venerazione, in molte cote; ed egli apFuuto coll. lettere del palfato Ordinarlomolla fua fo~ ita ticchezza d'erudlzione, e padronanza della noflra lingua, infino a potere un giorno dar mouvo di dubitare, ('e del fuo tempo il Monte leano folTe una Colonia della Tolbana. mi fa.quefia rifpofla. Eecodi nuovo .in eampo Mon/z'eur d' Herbelat a farfi fegni dl Croce della gran memorla dcl Signor Come. Gli uominidella quallrudel Signor Tommalo, non hanno d1 bllogno difayere da me,degh uomimdella qua.lrtfl d: Herbclor . ll Padre Pietro dice quefio. perché fapendo egli, che del .665. che queflo grand' nomo venneaquefla Corte,ch1amatovi dal Gran Duca, allora Principe di Tofcana, dr Livorno, dove do- fica mufalione, e non v'ha Interprete, o Gramatlco, ch: ne dubitl. La radice evil verbo Caldeom BalImLconfOndere. E l Padri,e i Teologi Su'i,p.:r ugnificare Che 1n Gesfi‘Crlflto'non v'ha alcrma confulione d1 nature,ufano la voce Bulbolo W11 Bolbo/in Ara. bico, rolignuolo, dedotta dal Caldao, forle.perche ll l'uo canto e millo dx molti tuom di. vocehe var], e fra fe. diverli; onde ollcrva l'Aldovrando ,.che i Lati- m ,pcr non aver trovato vocabolo atroal'plegare tanta varieté, chiamarono ll fuo verfo cantlllare N anéz'llard in Turchefco, e di. Turchia pallato m Francia,Cicalo=le; defcritto in Giob XXVIlI. 2.. involve": fenteutimfl'rwuibm imperitis; l'clxlione della lettera l. nella puma Iillaba ha il l'uo el'cmpro nella voce Golgum per Gaga/m con doppia l. Nell' inrerpretazlone delle parole Ebraxche , Caldee, e Greche, cavata da' Comenti di S. Glrolamo, e polla. nel fine della Blb- bia : Babel, Confit/ia , Commyfio . l Settanta Sfiyxam Com- pola difgraziadi Monfieur Fouquet,Soprintendente del- millio. E Abydeno l\utore Greco, citato da Eul'ebio le Fmauze, fuo parente, egli s' era ritlrato, invitatovi L. 1X. Cup. 4 lbrive cosi. Babz/om': [0cm nomen-babuit proper conflt/zanem linguamm quam Hebrazi Elbe] vacant; e p-xre» Che li cavi dal redo della Scrum"; quialbicon- fEIfhm ej} labium um'verfie Tame . L2 parolf H w!) ( la ragioue che ha ll Padre Pretro-d'emnrev m quelt'altra voce e ,per avergli' io mollrato d1 d-Jbltal‘c dvl‘plglinre errorelncredere,che Babel tbll'e quella,.chcdxfuol u: (la l'occalione,che quivn pm che altrove averebbe avu- ta ld'efercirare le lir1gue0r1entali,lhpute da lui a fondo, ma infino allora non mai parlate , egli mi face i! favore di darml un poca di tmtura del genio di queflelmgue, cos}, cosi in ,termim generall, e un poco ‘pifi partlcolarmenredell' Ambafiurroché in oggi {mm o |