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Show 276, LET-TERA XX. ancora Con una ciot'ol‘a‘ di'nletallo,‘tenendofela fem: ta all? guancxa. che ricrefciuti, come da tromba lien;-g torofqmca, da' que'l corpo di rifonanza,quei per altro' mfenhbili _battiti delle capillari fortiliflime artetie de' polpafltelh, ajutato anch'e yno‘n poco‘ i1 gi‘o'colino that non tenet fempre accofl'q a un_ modo 14' ci'otOla a11'o-, recchxojrxtroverz‘x in‘quei ri‘ntuono, fimiliffimd,'feu-" za dubbio, eflb ancora a1 placido, dirb', mugito d'un' {pat bonacctofo, qualche pil‘l rifentito vefiigio d'un flaw» fiuatbicato; e un fimile fcherzo farz‘l aneora appliu cantloh, in cambio della ciotola, un groflo nicchio mat-mo, in cuiqueil' acchiocciolatura, in cui egli fimfce, fa un buonifiimo eflétto. Mi ricordo, che 'da ragazzu, volendo mio Padre donarmene uno,,per rial. zatmt ll regalo, vien quit mi difle,ti voglio far {entire 11\mare; e meffomelo 'all'orecchio,ed i0 udito quel mnzno, peufate, mi'parve d' aver avuca unagioja. E appena ulcno di queHa‘ camera, falite [e fcale , come un razzo,mi feci git‘l gifi a far {entire 1'! mare a tutte 1e Donne di mia Madre; dalla quale non-veniva amica, ehe conducefle feco figliuoli piccoli. che‘ fubito che 1 Signorini venivano in a fate a gatta‘ ceca, e a najconnarcfla col- Signor Lorenzino ( compa‘tifca ilv Si- gnor. Tommafo, feJ'interefle di ripigliare pifi viveJe tpec1e di quella' gioceudiflima eta, m' ha fatto ripigh'are anche la lingua, nella quale io diccva allora mofca cueca, e a capo a nafcondere) io puntualc, applicava loro all'orecchio la mia madrepetla,che non avrei da‘ ta per la piu bella di tuttele figliuolc,che clla {1 p0,. tefl‘e aver avute a'fuoi Vgiomi. Ne folamente 1' Ebreo, i1 Greco,il Latino..mzioni d'un geuio, come Ii. ves LETTER-A-XX. 177 i fuoni dell' acqua, e faper imitargli, nominando cfl‘a, e il Mare non meno felicemente, in ordine a queflo fine, de'popoli pifi delicati, chiamando Um queHa , c Ip/hsba quefto. E a propofito di quefla felicité di gemo nell' imitate, benché non a propofito dell' acqua, mi fovviene in quefio unto la voce Ciamrm. Non fi direbb'egli, che ella offe il nome d'un cane? E {i direbbe di 131 da bene,perché in Bifcaino ella 2: il nome di tutti i cani. E' continuando ancota, per un a!- tro pace, in! quefla notomia di‘vocaboli; nélla voce Ebraica T18 Erez, non vi rafligurate voi fubito, rhaniato‘, l' afciutto ,l' alido, i1 fecco arr‘abbiato delia tetra ,che e Ha 1ignifica? e in afip Greco , di dove aé‘r Latino , e molto pifi in 35413 Haw/J Arabo, fenza confonante di maggior corpo della pit‘l lene di tutte leafpirazioni, non vivc. dete,opiuttol‘to non vi palpate vpi cpll'e mém‘i,quan'to cogliorecchi, ilmolle,ilvo‘to,'ll leggiero dcll'atia? Al contrario, nel Turchefc‘o \oflfl Altht‘m, una parola, che pefa,chc fpiomba: vi fi (cute 31 fenl‘tho per dire, delle braccia, lo {profondante dell‘oro. E ritornando all' Ipfasba, che piu elegantemente aucora dicono him/{be (pronunziata la ob alla Spagnupla per cit?) mi permetteté il Signor Tommafo, che 'fe non per altro, per fargli vedere qualche frutto delle‘l‘ezioni, che in quelle lunghe fete d‘lnverno piglio talora in Palazzo dal noflro Circaflo, Cccchino di Camera, che appunto fi ricorda della fua lingua nativa , quanto bafla per fare uno fcolarc della mia eta; io trovo quefla voce,compofla (pu‘o anche efler a cafo) diduc fltani ingredienti, che quando fofl‘eto in Spagna ,ver- dc, flato fufccttibile'di tanta cultura, e di canto tafli- rebbero di lontanp afl'ai; Pfi, e Su; acqua tutti due, quello in Circaffo,queflo in Turchefco; e da ‘Pfi, namento in tutti i mefiieri; ma 1'! Bifcaino eziandio. fatto ful falTo, ebb; 1' udito aflai~ fine ,‘petv djfiiuguetc lo- P/ce fiume. E quando queflo non fia, per non lafczare {enza qualchc onorario i; mio ama‘eflm', dirb- film-e, ‘ 3 c e 7 "7 mm |