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Show 68 LET‘TERA LETTERA m. VII. zatore deqli occulti aflietti dell'Vuard,udite quel'lach' ei dice iiiprincipio dcl {no trattato delle Comete, e d‘ifendctela, fc ve nc c151 l'animo. Egli dice cps}. N gut tam infill/izsfmflét ipfe viii/fate!" , gum fl 1174:1111]: cc. e in confegucnza confefl‘a il Galileo per primo offetvatore di clle. Come dunque poco avnnti attribuifce l'illella lode allo Scheinero. Ora io lal'cietb confiderare a voi {e quefio fia uno fcriverc a cafo, 0 can fine malizia cercar di detrarre altrui la lode dovuta, e ipfc jb/m‘c: oriwztr; (cmné'cbdmgro) mqm; mafia/0mm: con/Ibexifl'er, gain /I playing: lmmmj Man_ [110 frilgmws, [1:11am immb tel/wow ipfam tum/art mozfirt, flzmzume. fe queflo 1121 um contraditliapermmente. Orsfi finia- m Phenomena mm leycone, (9" Galileo olzferwflet, _a[1 Cometa, dcllz‘i quale non avendo io, da mandarvi alcuna mia particolare ofl'crvaziouemirca i1 fuo movi. incm‘ruptibilimti: cat/eflix‘ [engemz'a pmim; ‘dbflI-Ilflzflfl: S'accorgeva l‘ Vuard, che il trattare d1 lcopnmenu celelli,-lenza far veruna menzione del Galileo, farebbe {lato un errorc coniideraliile, ma 8: hen vero, che gli é baflato di non far torto sfacciatamente alla verirfi, con affiitto tacerlo, poiché ha giudicato d'avanzo il mettetlo con Ticonc , (enza dichiarar nulladi lui , e del- le coleda Iui fcoperte. Non ritrovo giz‘i per qlial oagione atuibuilha egli l'oilérvazione delle macchie lo- lari allo Scheineco, vedendo, ch' ei fa molto bone, che il prime oflérvatore‘ di elle fu il Galileo,mentre eidice, che {e Ariflotele avelle vedutel'innumerabili ap- parenze ofl‘ervase da Ticone, e dal Galileo,'avereblie mutaco opinions dell'incorruttibilitz‘i de'Cieli. Oraio non veggo fta gli ammirabili fcuoprimenti del Galileo, . ~sz Wesley». 69 quale cosi direttamente ferifca l'mcorruttibilith celelle, come fanno le macchie l'olati col loro generatli, c diflolverfi vilibilmente nella faccia- del Sole. ll che quantunque pofla verifimi‘lmente credetfi dell'apparenza delle nuove Stellc, tuttavia non é cosi mamfeflo, potendofi dire, quelle ellet come gli altri' Pianeti, corpi eterni, e apparitexlpnrire (come h dice della Cometa) per 1' accollatli che fannoalla nofira villa, e difcollarli da quella. Adunque li vede, che dellc macchie, pil‘i che d'altro ha voluto dir l' Autore,allora ch' ei dice, chc lie Arillotile swell}: oll'etvato col Galileo ec. mola, che quefio é altro, che filol'ofare intorno alla _ mento, latitudine, declinazione, ed altri {imili acci- denti, vi comunicherb una lola cola, che rima d'offervarla m'indovinai, che farebbe llata cosx, come ri- conobbi ellere dopo l'ollervazione. Mi fifl'ai una feta nel l'uo raggio, riguardandolo con occhio continuo, e fenza batter palpebramel quale flato ell'endomi alquanto trattenuto,appoco appoco lo vidi incominciare a fcorciarc, tanto, che in brevillimo tempo non vedeva altro, che il nudo cotpicello della Cometa toi'ato perfettamente, e .tondo , e terminate in guifa, ch'io non la dil'cerneva da un altra Stella. Allora battei le pal. pebte, ed il raggio f'u l'ubito rinaro , e di nuovo tornandomi a fillare, tornava a perdcrlo, e muovendo l' occhlo , e chiudendolo, nel riapi'irlo l'emprc ve lo ritrovava . Qgefla prima ollervazmne fu da me fatta per illrada, incutre andava camminando, e guardando la Cometa; e fu allora,che mi venne 1n tella,che la facccnda non farebbeita altrinienti; onde per meglio all- curatmi, provatomi ,e riprovatomi pii‘i volte, e l‘cmpre mollmndomili coflante l'efl'ctto dcllo fparire, e ritornute il téggio , non avendo‘ con ello meco aitro, che un fervitorc , ll qual mi portava la lanterna,volli pro- vare s'egli aveva tanto cervello d'intendcre l'ollervazione, e di faperla fare. Datogli dunque ad intendere nel miglior mode ch' io l'eppi, Lluello , che far doveva, 3 con ‘ ‘illlll ' 'mllm |