OCR Text |
Show 292 LETTERA"XX;‘ LETTERA XX. poverti de'pnefi dove elle {i parlano tenuti fempre Ion- obbligati a corrifpondere, con una fimile imitazione tani i galli, che fono, ordinariamente, i Princi‘pi, gli alla coia nominata; che in fufianza puc‘) dirii un vero, mama; i1 commercio; da'quali preflo preflola guerra, 1e conquifle, l'axnpiezza degli fiati, la grandezza non effendo altro che un mero difh'ntivo a capriccjo, delle Corti, i] concorfo delle nazibni,il rammorbidi- za da un'altra; in ulteriore riprova di Che, avcndo io conferito, uno di quefii giorni, queflo mio ghiribiz- memo degli animi, i1 raflinamento degl'ingegni ,l'ozio, la gaianreriaJe lettere, 1' eloquenza, la poesia, il luflo,aproporzione di tutte l' altre cofe,anche ne'vo- 29; quanto ferve per diflinguere un individuo,o una raz20 a1 Signore Abate Gianni, che fu qui a dclinare. egli me lo confermb con un motivo , cavato ox api- caboli, che fono le penne, 1e gale del pnlcino; pulcino non di gallina ,ma di pavone ,che tali diremo ef- cz'lm; 7107's. fere flare le lingue pifi boriofe. ll piccolo, ma altret- galotti Ia cal Fattoria (queflo e on Legato, che non tanro dotto , e giudiziofo libro, intitolato Ricerca di pnrrebbe aver efl‘etto,perché i! Name flimcrebbcim- E' un Teflatore,il quale dice; Itemchmardo Ma- Lingue, e di Religloni,d' Odoardo Brerervood In gle- pazzato il Tefiatore, né fi vorrebbe rogare del Tefla- fe, che non pub fare che non fia fltato tradotto in Fran- mento) qucflo Bernardo Magaiotri non c'é, ne a que. flo Mondo c'é altri Magalorti Che Lorenzo: enel di{lefo del Legato vi fono tali circoflanze, che indicano, she i' intenzione del Teflarore fia flata di chia~~ mare Lorenzo. Si domanda fe l'aver cgli chiamato Bernardo, renda Lorenzo incapace dei Legato, e [i rifponde di no. La ragione; perche i nomi deHc perfone {one a piacere. E'adeffo 1m altro Teflatore, i1 quale dichiaratofi, parimente, in qualche modo, d3 Zefe, dirz‘z a1 Signor Tommafo in genere di lingue, benché per un altro verfo ,molte cofe degne della fua curiofi‘tfi. Ma bafli infin qui per un faggio di rimazione di nomi, fatra cosi ('11 due piedi, e de jure cerve/lotico; e appoggiamo quefio noitroconcetto colla Dottrina del Wallis, dove, in fine della fua Gramatica,tocca bre- vemente dell' erimologia, applicando, troppo privativamcnre, in vero,alla lingua In-glefe,quell'o che {limo venficarfi in tutte l'altre lin-gue. Notandum autem q/l, dice egli, in roaribu: lingu‘e uo/fm nmivix, magnum, at plurimzm, literarum, reique figuifimm con/enjum re- avere, {e porceliane, o argenti, e G conclude che nc‘: periri; adeoque literamm fam' , tenujorex, acutiores, 1' uno, né l'altro. La ragione , fecondo Paolo,perché cm mm, ohm/form, mo/liora, fbrtiares, Nari-ores, ob. fiuriores, magi/gm fl‘riduli, pares, non rare, in rebm figmfimti: ajjééht: immum , ab quidem flares mmmm. gum» in «idem wee, lice; mamyyl/aM; e profeguifce, apporrandone un grandiflimo numero d'efempi ,ilche qui aliud dicit (11mm "rm/t , neque id dim quad vox fl. gnifimt , quid mm wit, neque quad vii/I, gm id mm Inquitur. Secondo Celfo: Nan em'm ex opmionibm fihgu/a- ognunov, ml do ad intendere, che Ii rincuoreré di fa. fito: remm em'm nomina z‘mmzztalyi/i/zfimt bomb/um, mum'fl/ia. @eflomon é dubblo,é un motivo pin inT 3 ge- re nella propria lingua. Non cosi ne'Cognomi, 1:03 0 non poterfi dubitare, dclla fua volonté, di volermi fa. re un Legato della fua argenteria, gli viene fcritto, le mie porcellane. Si domanda quel Che i0 abbia a rum ,fld ex commum' ufit namina exam/1'7"} dc'bmt; e fe- condo Ulpiano .e pill in punto ancora al mio propo- |