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Show x62 LETTERA XI. quel gran genio di foavit‘h, e di dolcezza,_ che regna cosi coilantamente ncll'ordine dcll'Univerto, giacché vim} fpofl'ata eila non era certo; teflimonio l'avcr promefio, e mantcnuto,che i fuoi fedelifarebbero 1' ifief{e cofe, e maggiori. E in fatti io non fo, fe la natpra abbia a' fuoi gmmi ricevuto maggior oltraggio,e lofferto maggior violenza, che dallz} manqdellapregtura; né SE) [6 {i legga miracolo fatto d1 maggxor ma (1] quello che gli Apof‘toli in paflandom fpeflo non vedcndo, né fapendo dell' altrui bilogno,edcll'altrui fede,guaritTero (forfc {enza pcniarlo) gl'infgrmi coll' ombra 10to; quafi l'apparente maggior‘glona del. fervo ,dovef{e render pifi mifleriofa, e pu‘l adorablle l'apparcnte minor gloria del fuo Signorc. LETTERA XI. I63 uomini tutti nafcendo non ci recaffcro, e non foffero capaci d'acquiflar dopo nati ,altra maefltia per lavorat d1 giorno in tutti i meflieri ,che quella,in virtl‘l dcfla quale prima d'efl'cre, e tuttavia in qualiré di non enti . fi lavorarono di mom: i proprj corpi,c di notte parimente, dopo venuti grandi, c groffi, cominciarono a lavorame di quei degli altri , poche flame, crcd'io, pochi intagli,c pochi cammei ammirerebbero i pol‘teri, e dalle loro [culture in came, non riporterebbero maggior lode gli artefici di quel che ne ri otti quell' acqua,chc'fcendcndoinuna macchinaidrau ica.e {cacciandonc l'au'a, fuona cosi pulita una marcia, o quei martelli d'on'volo , che lafciati in liberté , toccano un galantiflimo gariglione , o qucl facco di rcna, Ritornando adeflo a1 grande,e a prima vif‘ta fpaven. che calando dietro una fccna, fa andare um mac- tofo argom‘ento, cavato dalle gran cofe che gli ani. china con tanto pil‘l mirabili , quanto piL‘l irregulari, e diflicili movimenti. Gran riprova di qucl che mali, non che prima‘ di nafcere, prima d'ctfere,etut. tavia in qualith di non cnti ,fanno a1 bujo,e fenza av- pub aver fatto , 0 non fatto chi nafce , prima di vederfene in corpo a lot madre, a quefio fl crede di potcr rifpondere col folo proverbioSpagnuolo , che tanto {1 p‘crde il giuoco per trovarfi in mano una cayta di piL‘J,che una carta di memo. Ma prima bifogna_1ntcn. dcre quale fi fiimi maggior lavoro: un corpu vwo,‘ o una fiatua. Parrebbe che un horpo vivo; e pure a muv nafcere, quel ch'ei pub, non pub tornare a‘ far do. no mai cadde in tefia di fiimat pifi Fidi-a, o Michela- po nato. Per infin tanto, che. (1 Ha nclla forma,s'ob- bcdlfcc alla forma, Ia quale tien per mano il formato .a far tutto qucl ch'ei fa, come i! macih‘o di fcrivere tien la mano allo fcolare. L'ufcirne é una fpecie di . {altar la granata (come fi dice de'ragazzi, che cfcono dei macfiro) per la natura mcdcfima, che vendicatafi in una certa hbem‘: da fe di fe, muta fubito di molte gnolo, per quci corpi,chc prima d'cflere, e tuttavia_ in qualith di non enti,efli ancora fi formatono al bum, che per quelli, che molsi anni dopo venuti alla luce cofe , e per la prima di tutte, il modo eziandio di quel con cinqae dita nclle mani ,cavaronobelli , c fatti dal vifluta {enza mai refpxrare, a1 primo forfo d' aria, ch' marmo', mercé dello fcarpello , 6 del rnazzuolo . E quefla 6 la carta di pit], che fa pcrdere i1 giuoco a queflo argomento; il provar troppo , provando ancora per gli uomini, quando dcgli uomini é detto, che ig/e fem 1m, (9' mm ipfi 5m. E in Width ('6 generalmente gli uo- Ma quando niuna di quefle fervilfe a ricondurre dal fuo l'cducimcnto qucl buon galantuomo, che cominciava a prcflar fedeaquel che gli diccvano dcll'inl'cnfibihtfi di qucl cane," potvebbc turtavia ajutario con v‘ivere, con cui é vifluta infino allora, mentte elfendo clla bcvc, le 2: forza, o feguitare 3 here, 0 affogare. 2. an- " ' 'HHIHI |