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Show 17s LETTE RA XI. LETTER/1 X1. 179 [6 loro d'aver nella fua lingua tta {emplici,e compo- H-«Hlmr-w 'E‘u'fii‘fi‘qu ,. fli,trentamila caratteti,che vuol dire alttettante voci, eun Arabo d'avetne nellafua, pet nominate la lola pie. tra, fettanta, ottanta pel mele, dugento per la ferpe, quatttocentuno per la calamita, cinquecento pel leo. ne, in circa a fecento el cammello, e mille per la fciabla; che ne'tempi c e quefla fua lingua era pifi in florldo , invitato un grand' uomo di lettere da nn certo Re, gli fece tifpondere, Che pel trafporto de' 1110i foli vocabolarj, non avea di bifogno di meno, che di fellanta cammelli, 6 Che quantunque nel gtado che cl. la poi {i ridufle,potelle ellerne avanzato d'un l'olo, non lafcia tuttavia Hamzah di Sphalan di contame, tradi- fufati,e in ufo ,la povetta‘i di dodici milioni,trecento- cinquemila , e cinquantadue, mi femirei,torno a dire, da fcommettere, che quei buoni Salvatichi, dopo un folenne fcrofcio ditilh,rifpondcrebbero franchi; buon pro vi faccia, me me rallegro, tanto peggio pet voi . Orsfi un altta confiderazmne pet ultimo,e vada per {oli quelli, che {e credeflero, che ella facefle pet luro quanta pare Che ella fgccia per noi, ce l'avercbbero meflainnanzi da principle. In quantoame io ho {empre avuto una fomma averfione a quell'abufo , che molti fanno dc facrioracoli,tirandogli il pifi delle volte pe'capelli a fpalleggiare un opinione intomo aqueflioni puramente naturali. Ella é fempre una {operchietia, dice non SE) dove il Galileo, 21 Chi viene col- le {ole atmi della ragione umana, venitgli fubito addoll'o col fulmine dell' autotith . Perchc‘: ft: quefia autoritfi é legittimamcnte applicata, e di buona fe- dc, il che di rado {accede (tellimonlo di cosl fpeflo vederli due mantenitori d'opinioni conttarie,metterc ognuno di efli alla tefla dc'loro argomenti l'autotiti pm. venetabile ) allota quell" opinione lath indubi. tR~ tatamente vera, e mi chc la foflenete, averete fubito quefio confiderabilc vantaggio llil voflro avverfario, di {aper di cetto, Che é vera la voflra, e fallh la l'ua. Non doveto io dunque dopo aver prodotto quel poco, chc la mia poveta ragione ha potuto l‘uggeritmi a favore della fenl'ibilitfi de'Bruti, lafciar d1 dire in ultimo luogo, che fecondo quei pochi palli, Che a que. [lo propolito ho in mente della Scrittuta (dichiarandomi di non eller andato a rifpigolate le Concordanze maggiori non parealmeno, cheevli l'crittori lhcri la diffavorifcano. Facciamoci da quello, che efpreflamente ii dichiara d' ellerli polio in animo di volete invefligare per via di diligente {ludiole cofe tuttc,per diflicxli, ch'elle liano, e molto dilz‘i della intelligenza dell'uomo ,e'chc coerentemente a quello fuo proponimento, ebbe nelle col'e naturali una curiolith cosi vafla, e v' 1156 una cosl minuta oflhrvazione ,che nella fola ricer. Ca delle piantck e dcll'erbe, fattoli a trattate dal ce- dro, che mice ful libano, fcefe gil‘l via via lino alla patctaria , chc fa ne'felfi de'muri , protellandoli di vo- lerle comunicare fenza alcun ril'ervo, e con altrettanta ingenuitz‘z con quanta l'avcva efaminate, e imparate. Parlando egli dunque in termini generali della motte naturale di tutti i viventi, dice che tutti muojono a un modo, e che per quello, che é morite, come mo. tire, come muore l'uomo, cosi muojono gli animali, non avendo l'uomo in quanto animaleniente di pin di loro. Non averanno dunque viceverl‘a gli animali in quanto animali niente di pit‘l dell' uomo. Ora avcre, 0 non aver fentimentomon é um sl piccola dill'erenza, Che di chi l' ha ,rel‘pettivamente a di chi non l'ha, dovcll'e dir Salomone, ch' ei non ha nicnte dl 'piL‘i di quell' altro . Ne‘Salmi, pretendendofi di piccar d'onore gli 110. M 2 mini "m: |