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Show LETTERA II. :19 :8 LETTERA II. del torace, e finalmentc prcflo all'imboccatura dellc me v'ene, incavandole d'altra forma,ch'elle non foho, {ucclavie nella vena cava,fc n‘entri anch' egli nell'or- dinario corl'o dcl fangue. E coniideri VS. lll.ma Cheli~ do non gifi ne'vafi pii‘i grandi, e ne'maggiori canali, quefiicendoli un l‘alc,e' non fi fonde micain acqua,oin ma lblo, come dicemmo, nelle veueminutiflimeCapil- per renderfele permeabili nel loro corfo . E queflo aven- altro umore pu‘i tenue,m.1 e'li rimane nel primo uno, etern lari, ed eflerne, quindi avviene che c' ii fente il pru- no, inaltcmbilc ellbr l‘uo, cioé a dire in una particella rito,ele punture di quegli aculei di fale,i quali moltiflime delle pil‘i tenerelle vene,anzi Che formarle della loro figura, sdrucono, e fquarciano, perlochétrovandofi fnori del corfo, e percio reliando di correr d'una Lil figura. P:r lo che quand'e'cipare,che un fale nell‘acqua,o in altro liquore 1i flemperi, non fono le parti minime figurate del {'ale,quclle ehe ti firuggono, 611' e la. malla dcl (Kile, quella Che [i fonde,cioe molte di quelle invilibili particelle, Che inlieme unite, e le- gate nell' ingemmarli erano rierefciute in corpicelli di coll' altro fangue,prefi rimangono forto il velo lotti- lilfimo dell' epidermide, con qualche fiilla di fangue dc. rivata da'.piccoli fquarcetti di quelle fibre,einfiamrna. l l figure limilari, mollificandoh per mezzo dell'umore no,e pungono,onde rioi col grattare,rompendo il fud- detto velo, caviam'o dico cosi con quella particella di fale, quella fpina , che punge . i. 5' quel glutine, che in Si farm guil‘a le legava, l'une dall' altre ii lbiolgono, e mifchiandoli fra le parricellc dell' acqua, 0 5i vero in ,i minimi vacuetti di ella, onde e' chiuggono in qualche parre il libero pallbggio alla luo ce, che prima per quei vanipallando,flncendolimpida, etraiparentel'acqua,alla nollra Vlfl'a s'occultano .Nell' illello modo per appunto poiché e'li {on mil'chiati col fungus , non altramente ii liquefanno , ma ritengono tut- tavia a quel modo in piccolo, l'altrn figura, al modello della quale .in quella guif'a,che le canne degli archibu~ fi ii rigano, vanno ricavando le pii‘i ibttili vene,e i piil angulli meati per dove e'pallénomcl fare il corfo della circolazione . Venga ora un altro vino di diflerente paefe , colore, e fapore , e percio imbeuto, e pregno d1 l‘ali di dill'erenri figure lavcrati, 6in e ccrto, Che dove uei‘te non s'adattino al cavo, e alla l‘tampa formata da' l‘alidcll' altrovino , in quelle venuzze fottilillime capillari , venendo l'cagliato con maravigliofo impeto dal moto del cuore il langue, dove e'galleggiano ,dovranno que' gagliardi fchizzi penetrate addentro, e si sfor- zare gli oritizi angufiiilimi , cd i canali dclle fortiliflime meflo ifleflo penfiero pare a me Che poll'a appli. carfi all' acciajo ,per intendere in qual modo egli operi nel tor via l'oflruzioni dalle vene,fenza avcre a rice:rereaquell' efalazioni fulfuree, alle quali confell‘o il vc. :0, io ho pochiflima. fede,perch€: trattandoli di macinamemo , infulioni, e limature di metalli ,di gioje, credo, che il calore de'nol‘tri flomachi poco. ne fprema, pur- che non fe ne facciano efiratti ,i quali non ne {on anche sl facili a preparare. Del reflo fi vede, Che quei, Che {on ul'ati di pigliarel'oro nella conferva d'Alchermes, lo rendono tutto nelle fecce, fenza un calo ,che almon- do fia. Mono mi par d'intendere,che l' acciajo nellevat l'olh‘uzioni , pofla operate col proprio pefo , fervendo co. me di piombino alle vene;che fe quello fuch, piL‘l a propofito farebbe il piombo, e la limatura dell'oro , come piii gravi. Perloche mi andava immaginando un o- perazione affai limile a quella de'fali , ma rcnduta bcnsl pii‘l valida,dal non eller le particelle minime dell'ac- ciajo cosi facili a rifolvere, dal femplice, e temperate B 2 calo- |