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Show I 34 LETTERA L E T T E R A XI. to , che fofl'regatafi difgraziatamcnte la cavalla a un. chio. "do, e fattafi un grande sdrucio neHa pancia,s'era olibrvato, Che denti'o ella era tuna ruote,ealtri arzigogoli quali d'oro , e dorati, e quail d'acciajo, ii Popolo di Collantlnopoli non averebbe mai vcduto lo flranofpcttacolo,d' alzarfi dalla refidenza il fuo Patriarca, ea quel modo parato correre come frenetico alla volta della (13113, per quivi vedere ,evezzeggiarc i1 poledrino,e Ia mamma. ,Qgtmmm gloriw auxit,tamum amori: imminm't ho nel capo che dica Svctonioanon {0 Che prepotito, non mi ricordo fe di Galba , o d'Ottone, che non mi fcnto d' andare a rifcontrarlo : baratto finalmente da poterfi far per incetta, dare una cofa che gli uomini pofTono ritorre fempre che lor pare, e piace ,com'é 1' amore, per una, che ne partorifce un altra, che bifo- gna,chc e' mantengano a loro difpetto,com'é il timo- te. Ma i poveri Bruti ogni volta, che e'reflafTero ac- creditati , 0 per meglio dire , difcreditati , per pun infenfibili automati, non folamentc fcapiterebbero ncll' amorc,quanto nella gloria,mapcrderebbero tutto quel poco di dritto, ch'cgli hanno a un poca della nofira eqiiitz‘l, e della noth'a difcrizmne. Vuole V. P. la ra- 3 T"- Age; Hm; a; gione di quefli innamoramcnti, edi quefli diiinnamoramcnti in due verti? Eccogliela. Amer, cbe a nullo ammo mar perdomz Dilie Dante. . . .. . . amiama or quamio E(s'er [z puote riamati amando . ll Taflb. Ora s' egli é vero, come 1' ho per veriffimo ,che amorc rade volte, 0 non mai, perdoni l'amare a chiunque é amatqmé anche lo perdonerz‘i a chiunque fia perluaf9 d'cfler amato, cioé ehe riceva l'iflefl'e dimofirazioin, da chi minchiona, che da chi dice davvero; ed clien- XI. (3.5 efl'endo veto anche quefio,io ne formo fubito Ia converfa, ugualmente vera effa ancora. Ama? dunque o 6:, o crede ,0 [para d'eiTer amato. Per diiinnamorarh poi, n'avanza a mic credere, 0 del difperare, o dell'efl'er perfuafo di non potcre amando, elTer riamato‘ So . be: ne, che ci {on certi matti, chc prima di {capomrgli ci vuol del buono; ma {e non é dato lo: retta, né at- tacco di lufinghe,come bene fpeflo fcgue, pur alla fine ii chiarifcono quefii ancora, e {i difinnamorano be~ niffimo. E benché il mio amico S. Euremond faccia il poflibilc, e dica al fuo folito di belliflime, e inge- gnofiflime cofe,per fofiencre, che ognuno, per decrepito ,ch'ci fia,a meno che ei non pretenda d'eflér riamato, ha dritto d'amare impunemcnte, e fenza rendetfi ridicolo , io 10 lafcio cantare, e dico, chc tutto il fondamento di qucl'm fua dottrina é,che egliera innamorato veramente, e averebbe voluto poter eflerlo con fuo decoro. Del ref'co. ficcome eidiceva non ef- fervi vecchio , che non ii lufinghi di poter vivere anco. [2 un anno,cosi fi dava ancora ad intendere non eflervi etz‘i,che non poteffe afpitarefle non a un amore, al- meno a un amiazia, come mi diceva un altro amico, tenera ,tenera,tcnera; teflimonioladoglianza,ch' ei fa in una fua Lettera a Madama Mazzarrini, che da qual- ' che tempo ella non gli diceva pi1‘1,ce maudit Wei/lard, come una volta facevaintanto ; pigliandoli {u a buon con- to quel titolo , fe non per un vezzo amorofo, per una tenera domefiichezza. Sul principio, che io co- minciai a frequentar la Cortc, mi ricordo aver udito raccontare d'un orivolajo del Gran Duca Ferdinando, che gli aveva fatto un orivolo, ilquale percuotendo con quattro palline di merallo in alcune flrifce d'orpello, lafciate pendolc, ein ifola, ncHa caffa del me. delimo orivolo. che l‘tava ii] an canto della fua retro4. ca- |