OCR Text |
Show i I 24 LETTERA III. tenuandole d'avvantaggio, piuttoflo ie diflipa , onde non .‘Sopm la Luca; 1e arriva il notiro fenfo: L1 flravaganza diquei'to Fiore potrebhe rifonderfi‘in maggior finezza di odore , onde A; SIGNOR . affottigliate foverchio, e diifipatc piutroflo dal calorc del mezzo giorno, e trattenute, anzi agghiacciate in fulle foglie queli'efalazioni odoroib,dal rigor dell-a notte, come pare Che dimoflri quell'appannamento finif- VI_:N'CENZI‘O ‘VI-YIANI ' fimo,pi\‘1 alto ,che vi fi i'corge, folo vcrfo il tramontar delfole,efullc prim'ore della notte, all' aria pifi tempe- | j‘jmoeaenoaawor ' .i - ' ‘ "(LE‘TTERA‘fIrI/I‘ i rata fluifce. @eflo avrei proccurato di rilcontrare con 1i i n .r rl 0 per me {on contento,né voglio riportar altro di Roma, chequelio, Che di giz‘1 v' ho acqui‘ cio, lo psrdew per l‘oppofito, fe la mattina porché 1' flaw. (mafia ti é ,Ja fortunad' aver conofciu- odore é fvanito, {e gli poITa eccitare tenuto neil' aria to 1 nobihflimi talcnti, e 1e rare virtfi del P. Antonio Lanci Proccuratore Generale de' Canonici Regulari. Equantunquc fieno moire le obbligazioni, Che mi flringono ai Signor Ottavio Falconieri, calda; ma cominciando a {cccarfi il Fiorc , e per confeguenza ad eiTere ini‘enfibilem fommamente lanwuido quell'odorle, chc acq‘uifla, non ho potuto aggiufgncrc ' ‘, Mn _, fare efperienza, {e nel tempo, che il Fiore ha odore, tenuto {otto una campana di criflallo, ricoperra di ghiac- i quefla nonzia ancora, per megiio fervire l'A. V. S. 31'la quale mi fcordava di direyche il Fiore ii giomo 28. prairi'odore fulle 21. ed alle quattro lo manteneva afial Vigorolo, ne avcva cominciato per anco a manner:- re. 11 di 26. che fu jeri Jo prefe all'iflei‘s'ora delle 2|; ma_ deboliflimo, e la (era poco dopo 1e quattro a gran fatica fi fentiva , per eflere quati aflatto fvanim. E a V..A. 5. f0 umiiiflima reverenza. - ardir‘o tuttavia di dire, che niuna altra cosi volenricri giicle profefl'o, come io f0 di quefia, che mi derive dali'avermi €in introdotto aiia ferviu‘]. ed amicrzia di queflo Padre; concioliiacofaché niun altro benc m'abbia data 1| Signor Octavio, i1 quale cosi interamente 1ia mio, come queflo ti é,perch'egli E: tutto dell' intelletro. S‘ afpetterz‘i forte il Signor Vincenzio,che io in que- R0 luogo inqominci un elo gio di quetio Padre; cccogliclo in due parole . Egli é afl‘ozionatifiimo al nof'tro gran Galileo, il quale é forzn per quanto io ravvif0 dentro a'fuoi .fcritti, giacché ell'endo io cosi poco «230' «$88-$20- vivuto, che ancor fon giovancmon mi fu di tanto be- 4&2» nevola 'la mia fortuna, che elia mi faceiTc nai‘ccre in tempo dipoter dare un ultimo abbracciamenro a quella fclice vecchiezza, C: foma dico ch' ei non parlaife, o difcorreflé altramente chc,il Padre Lauci. Tale é la chiarezza dcl fuo faveiiarc, la fodezza dc‘fuoi con. . ' cert], |