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Show 65 LIETTERA VII. LETT'ERA VII. tuttc le Comcte fe ne fon vedute alcune, le guali fi NE: credo, che l'Vuard dica da‘ vero, benché ei mo. flri di crederlo, che quefio lume polls. v'cnir da Gio. ve , 0 da Venere, potendo egli avvederfi molto bene, che fe queflo foll'e, dovercbbe la coda della Comets. ell‘er loro direttamente oppofia,e non altrimcntial San 1e, come per lo pn‘l s'é ollbrvato. In oltre conofce beniffimo_,che i piccoliifimicorpicelli di quefii due Pianeti ,non poflono mai fomminifirar .tanta luce,quanta fon molle in modo da pore: rirrovare i 101' pCHOdl, e formame lc ccoric'ne, come degli altri Pianoti, altre poi non poll'ono ridurfi allc medefime .regolca Dun- que fasciam cosi; dichiamo, che 1e pmme fon veto Comete, c l'altre un altra cola fimile alla Cometa, l ma non vcra Cometa, perocché ella f1 muove .con altro movimcnto da quello, che abbiamo determlpato ef~ [ere proprlo dclle vere Comets. Lg qual dlfianIOne per ingegnofa, ch'ella fia, non lafcla d‘ ellere afatto ideals ,e come dicono le fcuole gram aflerm: Ma vediamo un poco s' egli abbia incontrato magglor fortu- l na nel far In coda alla Cometoide ignita,oalla Comea l l t l J l ta Stella. H06 imque amoto dc [amine ceteramm masoam, il/mi (lb/qua luflmtiaue aflcrimm , proprfum tilt/d efie, wegm (1 corpora (Ilia lamina/b , Sole,wlj1dere mmdlcatum. De [amine primario loqrwr, mm mztem dc Wilda: 616.17116‘ enim a/iter aliqnmm'a féntimdflm eff, nempc 7'efzjafifzolie radiornm aliqt/zmdo Veneris, (mt yaw}, azztfu/ydwrzs a- 67 fe ne beve quel vafhffimo tratto- della coda, ond'egli chiama in ajuto qualch'altra Stella errante,o filla,pi1‘1 lucida dcll'erranu pil‘l belle, e fcintillafiti di Venere; pub eflcre , che in Inghilterra ne comparifcano, e' diclo nu rimetto a mi ,che vi fete fiato; in Italia certa- mmtc non to no fono mal vcdute. Delle fills parimente, lo non no lo altra pifi luminofa dcl Sole, adunque credero, che del Sole abbia volnto dire l'Autore, il quale in tal modovvem‘: a dire, che la coda della Cometa, é um refrazione della noflra Villa :11 Sole,che é ncccffitfi! che ogni volra, che apparifce la Comcta, per appunto 1' opinione del Galileo ; ma 6in ha canto terglvcrl'ato , pcrché Inon averebbe put voluto nominarlo. Mapoxché oltre alla contrarictz‘l do i pareri intomo al- o Cometoide , che eflcr fi vcglia, la qual‘e fecondo l' Autore é un ccrpo rcale, e di fuo lume fplendente,s' abbia a trovar ivi ammannita una {para di vapors, _0 ch‘ i0 parlo un poco a palfione contro l' Vuard , per altro dottirfimo, e nobihlfimo Aflroncmo, e‘dcgno di» fumi ad efl'a Cometa contigua, dove riflettere ,0."- profelloro, in mm cotanto cclebrc Univcrlit21,io voglio, franger fi poll'a la nofira villa a quel lume, c_he v1 (1 che abbiate un alum po di pazienza, tanto, ch' lo mi giuflificbi con efl'o vol di quefio ribrezzo di collera, per l' ingmtltudinc, ch' io ritrovo in quefi' uomo ver- limjm, flvé p/mzem, five fixi fideris ex/szerz. Strana fpecchia, e che l'inclinazione di tale fpera ,abblaatorg narc talmente obliqua alla villa de'rlguardantl, che 1 la (Jometa, m' avvedo benifllmo , che vi fiete accorro, raggi, che la ferifcono pifi direttamentch, non vengano fo dcl Galileo; avendo‘oilervato,ch'cgli taco femprc mai a rifletterfi, o rinfrangerfi all'occhro noflro, onde non accada mai il vederli un campo toccato di luc_e ll {no nomc, non {010 in occalione di parlare di quel. le col'e nella ricordanza delle quali doverebb'eflbr ce- pifi rifentita dalla diretta rifleflione dol lume, cbela n; lebrato con altifliml cncomi, ma eziandio nell'addur- guarda, ma folo vi 1] dipinga una_ hih‘a langmda dc re de' pcnlieri di quello, valendofene come di {uoi propri. E‘perché lo non vi pala troppo lotu'le fininuz-- i‘uoi raggi, la quale sfumando fvamfca,com'éla glada c . E z za- |