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Show LETTERAV. 45 effo mcco, fa che io non poffa fidarmi ne anche dcl rifafl'enebella. @indi appreffo varie nazioni fi ebbero {uo giudizio, er altro fimflimo,e purgatiffimo. Stimo adunque i ricorrere 3 Id perché mi onori del in grandlflimo pregio, ed in altiflimi ufi adopraronfi le tele teflhtc d'Amianto,e nelle reali cfequie de Pct- fuo parere con ognifchiettezza,cfinccrir:‘l, quale a veto fiani, conformecamb i1 nobil Cigno del Panaro . Rmdm 1' eflremo omr 1' 11/112 do/emr.' , Cori rm '[fiwco m‘dente Serb?) du/l'allre wm'ri di/Iimi G/iawmzi ill/dflri de'grzm carpi eflimz'. Ma dalla l‘ottillflima luce non v'é fuflanza armata di nifce,c 1e feparamnde la Ioro mafia, rimovcndofi dal. la fua foliditadc , acquifla difcorrimento. Noi veggia- fcaglia si dura, che Ii difenda, anzi a tutte Ii convie- mo ancora, non folo nclle chiufe fornaci i faifi, e Ie trafpareuti, ed opachi ,ficcome del fuoco detto abbia. pigtrc Pifi tenet-e, ma ne'fomelli degli Alchimifii e i Dlafpn, e la gioie ifiefle, che ,d-alla durezza accattano mo; ma con quella proporzione di eccellenza tra la fortigliezza, e celeritz‘l con cui penetra i1 fuoco, e la lor n'obiltz‘l, tutte ad una ad una,per virtfi del penetrante fuoco, diffolvcrfi, e divenirr .calcina. Ma forza pil‘l luce, qual'é tra'lfinito, e l'infimto, tra'l temporaneo, e l' iflantaneo,tra'lquanto , el'indivifibile,etra la Ref-- ne 1] berla, e riceverla nel Icgreto de'loro corpi,fieno flupenda di eflb fuoco ci moflrano 1e {ottigliezze de' fa luce, e le tenebre; imperciocché altro per avventu. mcdefimi Alchimifli, i quali tutti gli Ottimi. matura. ta non {‘2 la luce, Che un finitfimo,impalpabilc, ed u]- mcnti comandano, .che nel forno del Iitame Ii faccia- timo polverizzamento de'corpi, qualora ne'lum primi no, intendendo per clTo forno,ii fem lice, c tempera- altiflimi componenti, infiniti, indivifiblli fi rilblvo- to calore di quello,perocch'éegii fu mientifi'imo a recare nelle (ue prime partile fufianze tutte,cioé in 201f0, in argentovivo,'in falc, ed in cenere, e quelli dipartiti , da infieme purgarc,o per calcinazione,o pet no. Dire-mo adunque con quefie ragioni, che la luce diflillamcnto . E fola una pietra figlia d'ignobil vena 5 [mi raggi, Che fon la luce. Ma infin qui niuna Cofa. accadc all‘ uva,che a gli altri fruttiparimente non accaggia, imperciocché anche i1 moro, e'l flco, e'l melagrano, c'l melo,e l'ulivo,e tucte le generazioni de' fruttifcriarbori,mettono i loro frutti a1 Solc,il quale Amianto detta, la qual fa anche nelle noflrc montagne, ed ha dentro {e una tal peluvia lucente,la qua! preparata con diverfi argomenti (i fila, e la tela, e la carta .che {e nc forma non tcmc il fuoco, ma [e nc lava, e :1- " gli penetri, 0 mi), quefio ci bifogna pifi difiintamcntc vedcre. 'll fuoco non v' ha dubbio,penctra di gran co~ fe; egli non folo nelle Ieggieri, e morbide cofc s'aprende , ma nelle dure,e gravanti; quindi ferpendo tra R: minime particellc di queflo, e di quel metallo,chc pm" fon congiunte .com'clle fono, finalmente Ie difu- ‘-v__....._... m-.w.__‘-"_..;.;»- to, ch' 6' {on tocchi , per lo meno cfleriormente, dalla luce; fe ella poi in pura efl'cnza, e quaiitz‘: di luce fc Con Artifici cg regi Dell' awe/b Vulcan Z" imlomit'im Te/e fbrmaflz" a rinmzzar poffi'mi, E qua/or def/im' Regi Al/e degrz‘ 0/]21 in odomm pin: non folo tocca, m3 penctra i corpi, si anche dlremo, Che l'uva mentrcf‘tninfulla Vite allo fplcndore del Sole, non folo é tocca efleriormente, ma riceve dentro a , filotbfo f1 conviene. . Tutti i corpi,dich' io,che vedono il giorno,é cer- A" LETTERAVT 4-... n‘ - 44 |