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Show LETT'E'RA XX: LETTERA xx. me. e mifle, {econdo i tam , e le cordc che convien toccate, o i buchi chc conviene aprire, o ferrare, per cavame que'tali {uoni . Ma can nofira buona grazia, rottoli, arrivati che {mm a- una certa eta, confolidat- 1'! non otl'etvar noi .queflc ditferenti maniere di cavare differenti fumi,che per ufcirci tuttidafla bocca,achi ci domandaifcmomc 1i forminomon {supremo rifpon- to l'abito, [mam-Mono, qua} prima, c qua] poi, qua! p0 di fenfo di waggior pena; ma 11- non kntirla, o piuttofio 11 non fe n' accorgete , 0 11 non rifcnurfene, non dc: altro,fe non che colla bocca, e ci maraviglicrcm. mo anche dimolto d' una ital domanda , non fa che que- tog-Pie , che realmente Elia non vi lia, onde Ia- nature, cheé fempte bambma, lai'ciata in liberté,v2‘t fempre a! Re varie manicrc .di cavat vari moni non ci Geno , e efiendoci, non é polfibile, che elle fie-no tune facili a un modo all‘ Organifla, come a difpctto della no. flra s'badatagginc s‘ofl'erva, fenza pcrb avvertirlo pil‘l pit: facile, e ilpifi factle ncl parlareéfempre quello,che feomoda meno la bocca, come 6: certo, chc dopo le vocali, e anche non tutte, fono le labiali, e Era quei'ce la B porta il maigalano, meutte bafla mettere a Che tan‘to, ne'principianti, chc tale pub dirfi i1 bam- dirittura i-l fiato come in cauale alh volta de'labbri , bino, e‘ quclh al primo picchio aprire,che fenza chc né 1' uvola, né la lingua li- muov-a-no, ell-a. vienc a rifuona- '166 Che dir 11011 [21 , e 2'! pi!) tacer g/i é uaja. 267 que' mufcali ,che hanno ad agire nel cava: fuori que' fuoni pifi diflicili; e 31 pari. d'ogn7altra col‘a, formai A quclti, quanao 1i vuol comincmre a fare artico- re da fe da {6; teiiimonio l'Agncllino, i1 pil‘l fiacco, Iare alcuno di quei fuoni animalcfchi, che mandano fuori, per {0 pit‘i, in vocaboli, le Balie non 1i fanno dall'intuonar loro agli orecchi, Signor Padre, 0 Si. il pit: lonzo, ii pm} 21113 piana degli animali, contraf. fatto da Omero colla triplicata Beta, Ma qucfli [one come fuol dirli, pannicclli caldi. La prova reale d' gnora Madre; ma 3 Roma, per efempio, tata, a Fi- rcnze, babbo, e a Roma, c a Firenze, mamma; in clIer la 3 il fuono fra tum gli altri, naturalitfimo,ein confcguenza, faciliflimo, e comodnifizno a prodariifi Francia man papfi, non man/{ear man perc‘, e 10 Reff0, 3 pcoporzione, penfo in tut-ti i Paeii . E la ragio- deduce d4 qucl cheaccadd-e ncl campo di Senna-anallora Che, come dice ad altro propolito i1 'I'alI'o, avvegnaché memo a pcopofito allai, ne 3: l'iflclfa, perché quando ufciti dall'e fafce, e dallo zi-marrino, e entrati in brachette, gh mettiamo a imparare a flrimpellare un po di chstarrino, o toccare an po di fpinetta, in difetro di pater fu quefia arrivare all‘ ottava,fi fa loro toccare la quinta,e ful ma. Ammutolir quamz'o ilgmn mfiz avvemze Le Iingue time mentre fmarsitafi in un fubito queHa primigenia Fin» nico di quello, o fia per letters , 0 per numeri, fem- gua- univerfal'e , attoniti ,e confuii gli uomini , volen» pte dal principio del alfabeto, o da‘numeri pifi vici‘ do, come 8: veritimile, efprimerii Pun l'altro del 10ro sbaiordimenuo,e della doppizi confufione,dclle io- ni all'unité, come i pii‘l facili. Laddove, all' oppoii- to, 1'1 franco fonatore, datcgli pure 2 fonare, come (i dice,diavolipefli , e'fuona tanto i1 facile,ch: ii dif- to menti , e dcile loro voci, per innauzi fcambievol- fidlefi‘cnzaavvcdcdénc. Veto é.chc anche i bambe- verfo, qua {6996 in quella prima i‘orprefa, {uglgeut [Oti- meme note, non fcppcro flarlo per altra via chc d' up o. |