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Show 248' LETTER/1 XIX. per averlo dctto ; che perb diffe bene, chi difl‘e, 0 meme mmma, come fiveflb avviene, . C/Je m: bin/ma, e loda mm my)" 6 la plglifl In pro, e'ncomm come [2m g/i "viewe0 come pii‘l chiaro, 6 con meno complimenti diffc in un {imii propofito Santo Agoflino nel fuo iibro, de Animx quamz'mte; Izeque aliam ab muflzmmi/z' gum a [6'metijg/is invema non/int. Ma in fe buona, Che io , cosi Corto come io fono, e dal 1667. in quit, Che comin- ciai a fare i1 Pofiiglione d' Europa, cusi fmeflo, non che dallo fludiare,dai lcggere, almmenti che per ii'vo- gliatura,mi ci voglio provare in ogni motion-‘- ibguano (:11: vuoie. Emi ci vogiio provare col Signor Conte medefimo, erigendolo di mia aiioiuta poteflfi in Campione (perdoni la noi‘tra Accademia quei‘to Franzciii'mo) ditutrala Repubbiica Litteraria,la quaie,con (ante ragioni, Che ella ha di fidarli del di lui diibemimento , accortczza, ed erudizionemon dovn‘l ricufare di com- metterli a1 fuo vaiorc, cercando di migiiore l‘pada, c condotta della fua, quando bene il cimento avelié a eflcrc con altr'uomo che io non fono. E vedete temcriti che 6 la min! 10 voglio dire a1 Signor Contc, cofa per cofa, tutto quclio che ho intcnzione di fare in quefla Campagna. Dica cgii a me, ('6 quelio non é un far L1 guerra da gaiantuomo, anzi ali'croica, e LETTERA_XIX. 2+9 cofa di maggiore importanza, che non «‘3 il foflenere quattro Rangraviati, de'quaii non cavo altro Che una fpefa conlidcrabiie a capo d'anno,oltrc milie taccoli, che hanno per neceflitn {empre a naiberc dal fare il Padronc in caih d'altri. Ma lpogliato del Palatinato Superiorc, di primo Elcttore leCthtO l'ultimo,e ricevuti tanti pregiudizj , quanti me n'ha inferiti la pace d1 Munl‘tcr, a voicre che la game {i ricordi chc io fono a quci'to Mondo, mi bifogna proccurar di mantcnere quel poco Che m'é rim-Jib, 6 Che poco, o afliii mi difiingue nell'onorifico. Se i0 foifi, dirb i0, un grand' uomo‘in qualche mefiicre, pcni'ate I'e io (11' avvifafli di pigliar, come (i dice, gattc a pclare,conimpegnarmi a introdurre (aflhnroincomparabilmcnte pii‘l arduo del rmnccnei-e) un mio concctto tra gli uomini di icttcre, tra'quali non 110,115: poflb avere 11 minimo credito immaginabiic. Ma eiicndo quciia tavola rafa Che io {ono,ed cHendo neil'iflcfl'o tempo quei Che fono tutti gli altri uomini di quefio Mondo,e i piL‘I deboii pifi degli altri, vaghi di far pariarc di [e a quaiiivoglia coi‘to, non ei'clufo quclio di firfi ucceiiarc, mi rilbivo a dire, atl‘crire, pronunziare, c femenziare, Che gli Antichi hanno conoiciuto una maniera di CafciL‘l. Per aflicurarmi d'elfcrc inttfo pi‘efloJochiamo to quci‘ta guerra per levare un palmo di terra a ncifu- col nome Franche, come quello, i'otto il quale, qui aimeno tra di noi ,épii: comuncmentc conoi‘ciuta que{h confczionc, quefio magilicro chc chiamat lo vo- no. No] 1665. fe i0 non erro, 11Palatino,Carlo Lodovico,la face unicamente per i'oi‘tencre alcuni pochi gine, e a parlare con propristfi, avcrei avuto a dir, qupnto tempo egli é chc n'édifmefla la moda. 10 non 'l‘nbunaii di giurisdizione, Che €in avcva fullc terre di Magonza , 6 non ('0 {e di Lorena; della iuggczione dc'quali intendevano que'Principi di iiberarii. Sc io giiamo , benché 10 (Zippiamhc a andarc alla prima ori- Cato; tale dictum il norm: dcl fempiicc, chc preparato con divcrii ingredient: , divenne tra' Portugheii foffi, diceva ii Palatino,quei che fono flati i mieian. Cacciundé, Cai'cu‘i tra' Franzcii, e Cafcu‘i, o Cuccu‘i rimafe, o divenne, per qumto ne [0 i0 _. mi nox altri teccilbri, vorrci riferbarmi a far la guerra per qualche ltaiiani. Ma queiio non é: quello ch: i0 mi fodfranco co- 'ui- |