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Show 246 ZETTERA XIX. LETTERA XIX. :47 do rifpetto, c nutril‘co uno zclo cosi grand: per la tranquxllin‘i dcl l‘uo animo. 10 non piglio il Signor a maggiori foddisfazioni . Pure, fe l'ofi'erirlc non é fare on ingiuria alfai maggiore alla gentilezza di que- Conte l'e non per un l'ccolare; chc tanto bafia, {econ- fia Dama, il mio rifpetto verfo di lei é cosi gran- do gl'indulri pifi amp} della correntc galanteria, per uno,chc non abbia impedimentidirimenti a on ciciflgeato di pura innocentilfima flima; il quale lontanif~ limo dall'ell'crc ingiuriofo alla moglie, arriva a gate: fare apprello di quella un merito d1 finezz-a al marito, conciliandole, in cofpetto del pubb'lico, opinione, c de, che quando {i voglia, 0 fi gradifca anchc quefla, manderb foglio bianco ; e venghiamo al negozio. Ho detto da principle, che quella, anzi chc Lettera, farcbbe un pofcritto a una, Che ne l'cnlfi al- applaulo di difcreta. Bafli il dire, che alla Corte di te quel che gli fcrilfi . Ncl trattarc del Nardo piflico , di cui dice San Luca, che la Maddalena unl‘e i piedi al Signore, in bpagna,tra le Dame di Palazzo, tra lc quali (i profcf. fa la Damcria, eroicizzata a quel fegno, chc averebbono potuto flare le Matrone piL‘l fevcre della Repub. cune fettimane {ono al nollro Abate Gianni; bifogna adelfo ,che io dica in pochc parole al Signor Con- cal'a del Farifeo, venutomi in acconcio di citarc un blica di Platone, infino ad eflervi, ficcome in Egitto, luogo di Plinio, dove egli dice le lfz Linguu Jemfhntica,privativa alle l'ole materic di religione, coal in Palazzo,per trattare con quelle Signorc , una fpccie di Lingua , dcpurata non lolamento da ogni tenninc ligmficativo di paflionc, d'amore, aver: il Nardo,vcro Nardo, c non atturato, dilli fo- di genio, d'inclinazione, ma allulivo ,eziandio d1 lon- unlita‘i Che ha da lamente della leggierezza, chc Plinio metre la prima, e tacqui il rcflo,che allora non tornava al mio propofito, come fo conto di farcelo tornare adello; ed ccco in quel Che confille l'atmccq, _0 pin vcramente la tano,a matcrialitfi, caballczze cli fimil natura , l‘efprimerli tuttnvia d'una llima unpoco diflinta pin per una rappiccatura di qucl che ho d3 lcrivere, col digiz‘i [crit- Duma, che per un altm, li pub, fenza incorrere in dclitto di lel'a maellz‘i; e benché di cib ch' 10 dico celfi al Signor Conte l'allnnto di quefla Lettera. e il come, 6 il perché abbia a tornare a propolico in qucfia, quella parte dcl luogo di Plinio , Che non tornava in quell' altra . Ma fe i0 glielc dic0,mi fo due pregiudizi. ll primo difcredito la mia mercan- non apparifca alcun pofitivo documento, pure per quanto pollh meritar fade la tradizione, vogliono dir-c. cllcrvi degli cl‘empj d1 dichiarazioni talmcnte ipiritualizzate, d' aver meritato d' ell'ere udite, fenza orrorc, e lbnza um. prclcntanea, almeno, vilibilc,indignazione . Ora l' aver i0 creduto capace il Signor Contc d'un cicisbeato di quella catcgoriamon 1' 110 per un aggravio tale alla Signora Contella, clie il domandarle perdono, come mi dichiaro di fare umilillimiinentc, e il dichiararmi di non avere intcfo niente di peggio, non poll'a baflazc, Cenza Obbllgdl‘flli a mag- to. Richiederebbe adelTo il buon ordine, Che 10 di- zia, fcoprendo cos} , quello, Che {econdo gli llili, e le pratiche pin decorofe dell'uomo di lettere, non va detto {a non per ambage: , Deommque mini/I:ria , dopo aver tennto un pezzo fulla corda la curiofita‘l del Lettore, per poi farglicla calcar da alto. come dicono i Turchi, a gocciola, a gocciola. ll {ccondo: armo fubito la critica contro di tutto quello, che io [one per dire, non per altra ragione, che 4- P51? 7 77%: Ill lil lll |