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Show 196 LETTERA XII. LETTERA XII. adefl'o, quello Che da Roma, 0 per altre foci fe ne dc-. rivava ncl rcflo dell'lmpcrio] per fervizio dc' Tempj de'Pagam‘ , ma di quello che Importavano i {on dazi dcil‘nu‘cnl'o medefimo. Concludlamo pertanto , Che la prupotizmnc, nel fuo fenl‘o litterale, non pu‘o aflolu~ tamcnte cllhre vera: si er le ragioni gu‘z dette, come per quefiau che mi fovviene adcfro , la quale {econ do me non ha_ replica. Egln é ccrto, Che H numero du' Cnfiiani,che etano in Roma ful principio dcl cerzo fe- colo,_t: Che fono quegli chc Tertulliano quando {crivcva, aveva venfimilmentc in confideraznone pifi di tutti, gli altri difTemiuati per l'lmperio-,aveva. da avere qualche propurziuna col numero degl' ldoIatri di quella medcfima Cittfi', non (‘1 €in vcro ?, Q1316: apprefl'o a, poco fifofl'ela proporzioneJafcert‘) fcandagliarloaV. P. al Signor Abate, al: Signor Senator Buonarrotl, che io non ne {0‘ tanta». Mi farb ben lecito di dire , co- 51 all" impazzata , Che, quefii. Crifliani non potevano , elfer mai. tanti,chca‘fupporgli'tuttiJ ricchi,o, almcno tutti bencfianti , a.fupporre-, ch: tutti: moriflero nclr loro‘ letto, e ch: tutti s" imbalfamaifero agmnd' onore, potcifc il»valfente.di.tutto. l"equipaggio dc' loro mortorj, aver proporzionev benché, mmima, col valore- degl'. incenfi, chc {iv abbruciavano dagl' Idola- tri. E che‘ domine poteva. egli‘maj venir d'Atabia, che. i. Crifiiani' nc faccfl'cro. in, quefi' occafione. tanto maccllo, c a tanto. coflo P, Fotfe gioje? Pcrvquclpoco che i0 ho in capo delI'ArabJa, ho. thmpre veduto. confiderarc per uno de'fuoi. forti, gii, odori pc. 16 ric- chczze provcmenti da un negozio immenfo di quefl'i medclhni odori , a'quali portati: giiAmbi daruna avi- 197 Totaque tlmriferi: Pancbaja piqgui: areni: . Virgdm, c Urazxo, a qucll'lcczo, dcflinato verifi- nulrmnte a qualche comando di truppc nella lpedizionc, Che Auguflo cbbe concetto di fare in Arabxa . loch, mm mm: Ambum invide: Gazir. c pom pu‘l gxil nell'ifieila Ode, contiderando giz‘z pet fogglogaro qucl regno domanda. Puer qui: ex aula, capi/li: Ad c‘iaz/Jumflatuetur , mzflis? tiprove tutte ,che in qu.el Pacfe gli odori erano il_genere,e i1 genie predommante, eStrabone loda Aleflan- Vdro d'avcr meditate per a! fuo ritorno dall' Indie, (ii {are all' Arabla una querela, per non avergli mai quell; Cone mandatoadirc per mm flraccio d' Ambafcnatore il-malauno; c cosiconquiflare un Paefc jui: c/aflibm , co. me dlCC leio, adore primum numz'atumin altum, c format v1 la Metropoli del {uo lmperio . E per tanto , ('6 non crano altro,che odori,potrb io con maggioranimo rig pigharc 11 mio interrotto argumento, c du'e. Roma 6": ancora, c'é l'Arabia, e ci fono gl'incenfi, e quc‘ fll vanno prcfentemcnte a Roma, come ci andavano‘ allot-a, pcr {ervuc a un fimile, avvengaché pit) legictrmo nnniflero. (melloche a Roma non c'é pitué 1' Idolama, c gl' ldolatn; ma ci (one in quello fcambio gin tbrex. lmmaginiamoci,che tra i gencn' dell'Araa bu (e tiali quail elk-r Ii voghonc) ve m: fiano di qgle. gh, chc gh Ebrc: prefentcmentc adoptino in occahq. 116 d: {cppclhre i lure mom. 0 in tanta buonorazm che quanmfi, e a qua] valore arrivercmo noi a 1m: djrin, come la chiama Plimo, infaziabile; non conten- maginarcegh , psr unmagmarcegh pifi , c pifi cap d1 qucllo a (3116 monta l' incmfo chc vicne adclzo ti de'proprj, facevanoincezta dcgli flranieri per guadas gnare {u quefli ancora. " ' ' a Roma prl conl‘umo delle noflre Chick? E 11: 0pr re incouccpxbllc 0:4, che lddio {a 12: i1 coniumo dcl- ' . 1b,. N3 1!: . "HI"! m» |