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Show 98 LETTERA 1X. LETTER/I che {imiglianza tra odore, e odore. E tanta ,che {e in. IX- 99 gica di giacinti,dove tanto avevano chefare i giacin- finuercre in un granello d'uva dolce, ma non'odorofa , un ti, quanta Ci avevnno Che fare 1' Afla fetida, 0 il Bituga-nmllo di muflio,cvc lo lai‘cerctc flew: 11m. notce,la "mains. nan i0 ddhngucrctcda un gmnclfu di maimdulio, 0 (1' mm itralamannaCi puo cgli eh'er mugglm' hrs ' ghanm d'odorc d1 quella , Che é tra'l gamfana me cbraico? E pure :1 fentirla abbruciare qua paletta era cofa da fiordire. Maraviglie tutte, forelle carnali di quella, chc farebbe, Che una nuvola, la quale contormata in forma di figura umana fe ne pofaflb quieta {pg .r.:, C Li v‘woid? Bafii dire, chc da hrcnzc in poi, ncl mezzo dell' aria, combattuta poi, e firacciam da (haw.- i'cmpre pmcque i1 rafhmrc, in tutto il refio d' Int.1§ia,qucflo {but 13 chimm garofano, 6 pure uno fa venri pall'afl'e a Drago, a Leone, a Albcro, a Vafcello . Quel poco di raritii, che é ncl cafo della nofir'acqua, (1111‘, e uno {He Molacche, uno {Otto la Zona tem- 0 Che lo rcnde pifi fcherzofo, che conliderabile, {i ri- pzca'ata, uno iotto la torrida. E In pcra paradita ccsi duce all' eli'erfl abbattuta un acqua d'odore decrepita, a morire per una manicra di refoluzione odorofa,e o- hclla, grofln, gialia, brizzolam di color di ruggine,e che ‘a di fior d'arancio! diremo noi,chele fiano flare medicate 1c barbs con dell‘ ellbnza di fior d'arancio,co- me (i d1cc,chc fofléro medicare quelle del pefco ve- nuto velenofo d'Oriente P loimparai a conoicer la pera paradifa aBona nel giardino dell' Electors, il giorno dopo la rcfa di quella Piazza, i1 Novcmbre del 1673. e mi par gran cofa, Che abbia a efl'er fovvenuto 1' attsntato dell-a profhiione di quefl'unguento,e pcrb mi do ad intendcre , Che fe qucfla pera avefle avuto a profumari'i a forzad'efibnzadifiori, farebbefiata'un pezzo. Um cofa i0 {0 di ccrto: che né il mofcadello fa d5 muftio , né i! vivolo di garofano, né la pera paradifa, o quell'uva bianca di Bertinoro,difior d'arancio, co' me 1' erba appia 111 di mela appiola ,a paflhrvi fopralcggicnihmamentc la palma della mano. Ora ficcome é ccx‘to , che qucfla trafpira full' aria della mela appiola, fcnza che nedhnofi fia mai avvifato diconcimar le barbc colle fcorze di queflo pomo, cosi voglio credere, chc poffano naturalmente quegli altri trafpirarc full‘ 3-ria dc! mutho,dslgamfhno,dcl fior d'arancio, fenz' efferc fl'ati mai alla loro fcuola. Ma pil‘l aflai; non vcnn' €in fatto a. me di fare fenza penfarlo quell' acqua ma~ gl- dorofa d'una fragranza a noi nom: accidents, Che da un poco di sfi'cho al comune affioma, Corruplio optimi gig/firm; fe non quanto qualche zclunte Peripatctico [1 mettefie a pretender di fofienere per pefhmo 1' o- dore della gincflramelqualcafo,l'averebbc a fare con eflb noi . PiL‘I fChCI‘ZOfO ancora {c non piL‘l confiderabilc , dirci, che follé , che avendo uoi poi jerfera fatto {chizzare dell' aéqua di ginefira ,flilluta daHn gmcflra, qucila non avcva chc face a mine miglia colla verit2\,che {I riconofccva dali'iltcflo flow, in qudla tmfmutata dal [‘10: d' arancio , contutcoché a (mm-arc e l'una, e l'altra me]- la boccia , quella d1 ginefim ti riconoitetfe afl'ai bene per quella;ch'e)l'cra,e.quclla di fiordfaranciomé puuto , né poco. L c folamcmc ncllo sbrufio diqucfiafi riconofccva la veritz‘l dc! fior di ginefira , (111316 €in 6, ma vi liri. cenofceva Ia vcrith di qpcllo , ch: egliavercbbe a cfle-' re,s'ei fofi'c deputato daqualche cofa,chc li vedc,che l'hnbarazza. Che pcrE), l‘cci avcte bad-am ,quando dimZi ho voluto merrcrvi ibtto il nafo la foavitfi di qucL Ia fragranza,vi ho detto,chc parcva d'cflcr {Otto ven- to a un gincflreto fiorito, non hel gineflreto medefimo. Molto meno v' averci dctto , Che pueva difgpuG 2 0- mm |