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Show VIII. 79 biare dal gelfomino falvarico a‘qucllo di Caralqgna, me ricoderb fubito, che un altro mi fuggerifca Metz; non é, che io mi giovi della {omiglianza dcll'odore, dal gimé al tubcrofo, dal mqlco greco a1 glacmtq, all-a giunchiglia; e {b.queflo‘w par poco, drafi glqna a Filippo Marteili, amva'tq, mfino dal figr d arancno , 3! tier di gineflra. Confeflo bene_, che d1 quattro forte d' acquc , che adeflo n}: trovo 1n camera‘, fior d a- che hanno i giacinti co'mufchi grcci , per finir di ri= trovarc i mufchi greci. Di qucfla malattia del nafo non ne patifcono gli ranci, mortclla , triboll , e rofe dammaichme, delle quali ora deil' una, ora dcll‘ altra ne adoprano per annafliare," p'u‘x delle volte ho a domandare,che acqua ccchi, fe non E per una fomma fimiglianza , 0 per una fomma aflrattagginm E che queflo crrore degli occhi fia rarifiimo , vedctelo da queflo : che di chi 1' ha punto punto familiare, {e ne fanno commedie, e diventa fubito originale; cofa,[che non . . ‘* ucfia. c (knobs: i1 palate, gli orecchi,i polpafirellx delle due: ma fe avcrb nel capo i mufchi greci, fenza finirmene di rinvenire, e um mi fuggerirfi i giacinti , é piL‘l fa. cilc, che io accetti i giacinti per i mufchi greci, che 4",;gran-"m _«, LETTERA 5' ingannano diradiflimo; intendp fempretoye debbano di Vienna divivande alla Franzefe, che dall'acqua cal. giudicare di cofe , delle quali abbrano cogmzane , e c136 ci abbiano fatto una certa prarxca. 10 non rquntero, mangiando al buio, di diflinguer Iempre up pettg d1 faglano‘,da un petto di cappone,_un petto {h permce,da qn petto di Rama: I' ma perché d1 quefle c_o{e non n; mangle ogni giorno , l‘altra perché; nel man glare npn c1 ho lenfo . Conofco bene di quelll,che troupe gll fgrgte flare da, e dall'Uova {ode in fuori, alla Franzefe non {ape- del certo,particolarmepte tra naznom , che s mtenflorro Va far alrro. E poi levatemi l'aflrattaggine , la quale in queflo cafo non va confiderata , clfendo ella pit: errore della men- del mangiare un pocopu‘l, che genqralrnentg pon {1'fa.u‘1 Italia, avendo io avuti alle mam ghxottl c0,51 mfalhbxll, da aver faputo beniflimo ritrovare al cuoco,l ,aver cotto 1e tc,che dcgli occhi,per quello, che riguarda la fimi~ flame pit‘l con un fuoco , che con un altro , e1 averle , do- fuccede di chi erra col nafo, fe non é nelle Sina- goghe de' Barbari , e degl' ignoranti del mcfliero, che non hanno in tefia maggior guardaroba d'odori , di quella, che diceva i1 Padre Riccard aver un Cuoco glianza, io dico , che tra odorc, 6 crime (intendo tra quelli di diverfc fpezie) non c'é mai la fimiglianza, che é tra uomo,e uomo. Ora io non veggo mai, che gli occhifcambino da un Home a un gatto mammone, anzi, né put da un uomo di fiatura ordinaria a un nano . Veggo bene {pefliflimo fcambiare i1 nafo, non dirb dall'odore d'un giacinto tm‘chino, all'odorc d'un tardivo di Fiandra, d'un racemofo; perché tra quefli, come della mcdefima (belie, non c' é altra diflbrenza, ~the nelpifi gagliardo,o ncl pjfi‘dclicatommbensi {cambia- ;Yniiuyc 3'"; 1.4 it". po avviate a cuocere , levarg da fpoqo per trartenefi'. le , quando i1 fugo era gla cpmmcmtoa vema; la, a pelle,e quivi rafl‘reddatofi,prelo un non [0 Che llez. zo,che col rifritto delnuovo tomarfi aflruggere, eaveva , dicea colui, rendute date/{Mm du dermer Jere/fable . Andate un poco a pretendere d1 fare a urr d1 cofiorq la burla',che 1i fa in Villa, quando non c1 fono (3111:: fiarnotti,che ne tocch: uu per mm, d'appettaagh l‘u piatto un_ pollaflrello in mafchera da flamotto. 0g 10 dire,che a metter 1e cofe in pari grade, Fame d‘ S?‘ 4...... .1....;... .( VF", ., LETTERA VIII. .‘_-";-"‘_A-~fl"Law". A. - 7s aver?) ncl Capo Retz,e non me me potrb ricordare, me , |