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Show 33 L'ETTERA V? e k: picture'pifi belle dalla fiiofofia delingatevi,t_utt_e dilava, e cancelia (lqindi in faccia fua 1 barbari VlnCL- tori con maravigliofo modo, la virtfi repugnante in vano legano della mente,ed ogni altra potenza abbiit- LETTER/IV. Le cane, e z' pmmlz' allegrz‘ Ecgga, e di Becca z‘ grazicfi invie‘i ta Cittade (i demolifcono le mum, pcrché altra voita non vi [1 faccia forte il nemico; cosi nell'anima {oggiogata i1 reale abitacolo della fapienza gettanp :3 ta:ta, e is pii‘l ferme colonne di quello, che lg Virtu fono , rompono ,e fpezzano . Qual maraviglia é adum que , {e l' anima intormentita per 51 lungo tempo - Claz' gic‘: del mar nc' (iti Opre 'vo/ve, e pen/m torbidi, e mgri , Ma clai in candida ctcor bell'alma a/coua'e Di Bacco i/jén liberamemc invade. Ora {e le compofizioni di quelie mirabili acque, che va gliono a partire i terreni metalli, in cotanto gran prcgio s' hanno, quanto fiimar fi dovrfi l'altiflimo magifiero di queliiquore,che vale a partire il celefle metallo ,che 6‘: l' anima , daiia bafl'a lega deil'infinta onefla- {Otto 1:: inc catene, piil non 1e ibuta, ne faccia forza per ifpezzarle? e Che divenuta vile , ed abjctta,dop0 5i lunga fervitfi, 1e avverfitadi, i dolori,e la mor- tqrnalo vergine , e puro nell'effer fuo, qual' ei fi trae d1 fua miniera dalla mano iiieflh d'Iddio. (Lidia fo- tono ,cd ella {e lo vcde,e '1 confente,e‘iiccome avin- te cotanto orribilmente pavcnti? Senza le quali cofe non potendo eflhre i1 noflro vivcre,impoffibil cofa (‘1, dc , della fimulazione, c dall'altre fall}: virtudi , 6 Si ri- qoin vero, parmituttaviadi fentirla dire , factte acutif- lime ,le quali voi non potrete in alcun modo fchivare; Che colui, che temenza n'ave,con,ofca giammai vera gioja , e ricever poiTa ncll'animo queHa pcrfctta tram quillit‘a, che a hen filofofare E: richiefia. Ma qui vo- ma io voglio affaltarviancora con armi pii‘l vantaggio. glio far punto al mio dire, pcrfuadendomi certamente, per mfino incantarlc nell‘acque d‘ Ippocrene. E ad ef- che mi converrebbe put di farlo fc fofle qui prefen- lc tanto pil‘l volentieri m'appiglio, quanto ch' i0 {0, te, poiché non potendo ella piii trattener ' 1' impa- ch'cil'hanno altre volte retro al cimento, c fono fla- zienza, f0 Che vorrebbc rifpondermi in si fatta guifa. Adunque 11 ha :1 fare cotanto fchiamazzo,perchéiofia te, come iuol dirfi a prova; fovvcngavi impercib di quel che rifpofe il Greco Lirico pii‘i gentilc,a que' fuoi importuni amici, che facevan mai {erupt-e un verfo di [6 ,per ricattarmi della foperchieria, chc mi avete fat. ta a Forto , anzi perché da 611%: niuno {chermo abbiate, vo andato per pochi giomi in Villa a fare i vini? Come non virammenta dicib,che lo ifieffo Platone nel primo Dialogo delle Leggi,fa dire a quel forefliero Ateniefe? biafimarlo, né avevan mai Che dir altro, che del gran bcr, ch' ei faceva,moflrando loro,che l'Univerfo tut. effcre i1 vino, e l'ubriachezza i1 cimento regio degli to, e si tutt‘i corruttibili, e fempiternhanch‘elfi non animi, cimento fopra ogn'altro belliifimo,poiché fen-V za niun riiChio di colui che cimenta, e fenza alcun rifinano mai di bere, cold in quei verf. Bee [:1 term Mic/la, Bean term [6 flame, Bee /' Occano i wmi, danno di chi vien cimentato fi puote ufare. Cimento cerrilfimamentc affai pifi bello di quello , che pretefe di far co'ibgni quell'altro Filofofu, che da fanciullo aParmcnide cotanto piacque; ondeilFiorentino Tragico in una {ua vcanzona. Le 'i E I‘Ocmm 1'! Sole, E '/ Sal/i bcc la Luna. C4 |