OCR Text |
Show vi TREFAZIONE. fcienza, per virth, per conofcenza di gran mancggi, e d'lmpieghi, e di cariche riguardevoliflimo, utili farebbero flare, e pregevoli, e di fingolare profitto. Dall' altra parte, aveva i0 giuflo motivo di ritenermi da quefi'imprefa, conciotfiache efl'endo ben confupevole, in Che maniera, e per quali motivi, cgli aveva {critto in varj tempi qucfie Lettere,e quanto egh foil feflato fempre geloio, Che ne quei'ce, n‘e vc- run altra delle fue Opere, fofle pofla all: Iuce delle flampe, poteva dubitare a buona ragione, PREFAZIONE. vii Lettere, e cosi occult-are, e nafcondere avaramente queffi tefori; ma efporli alla veduta di tutti, affinche ognuno ammirando, e dando 1e meritatelodi a1 valore di quella gran menre,che gli produfle, e perentro di efli contemplando, c fludiando, ficcome nelle miniere de' preziofi metalli addiviene, che quanto pih fe ne trae, pi‘il ricca fempre, e pit: copiofa ne rifponde la vena; cosi da queffi pregiatiflimifcritti,femprc nuovi, e Chiari lumi, di fruttuofe, e belle cognizioni in larga 'Copia fe ne raccolgano. Vera Che il pubblicarle oral, non fofle un opporfi, 6 far centre 31 fuo volere, a cui non mi era le- cofa 2:, Che per far Ci?) pit‘1 compiutamente, fii- cito il contravvenire giammai. Pure alla fine confiderando d'iligentemente, Che Ia grave re- pugnanza, Che aveva egli a dar fum‘i Ie cofe fue, non' d'alcronde procedcva, Che da'lla fua che fi pongaaveder quefii feritti, egli alcun poco {1 trattenga,eprcnda prima conrezza di qua! modefiia, dal‘ baflb femimcnro, Che aveva d'i fe medefimo, e dalla poca Prim-a , ch'egli ne faceva; ed avendo eziandio tenuto propefito {o- mo, che fia di mcfiieri, che i1 leggitore prima fina tempera fofl'e il fapere del loro Aurore, della maniera da eflb ufata in comporgli,e delle cagioni , e de'motivi, Che egli ebbe di cic‘) fare; acciocché non efTendo appieno informa- pra di Cib,con uomini di {perimentata pruden- to , non prendefl‘e abbaglio nel giudicare di em , e vinto, c fopraflatto dalla bellezza,e pcrfezione za, Che del Conte Magalotti, mentre Che egli viveva, erano flati amici , e giufii fiimatori, 6 loro, fi facefle a credere effer quefii il frutto Che ai pari di me dovevano eflére intereffati nella gloria del name (no; da‘ femimenti loro confortato, e avvaloraro, ho creduto di non galotti, ed eITer quei parti a lui cari, e diletti, dovcr ritardar di vantaggio a pubblicar quefle Let- di tutte l' applicazioni,di tutti gli fludj del Maa' quali egli avefle confidato, per dir cosi , 1' immortalith del fuo nome. lmperciocché fe in fomigliante guifa ne giudicaife,andrcbbe for< >F 4 ' t6 |