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Show 'k. ‘2" it": - arr-air -+;:: g 5.2. tre egli, come fedele cittadino, professava di credere e 37 colui che non la vuol credere, e s'associa a molti dei di sottomettersi alla supremazia di un civile magistrato, falsi discepoli che una volta seguirono GeSL‘i e alterca- necessario ed affatto indispensabile a1 buon ordine, felicita e unione degli Stati, benché fra loro indipendenti. La ragione poteva a diritto mettersi in collera. vano dicendo: Come mai pub costui darci a mangiare La presenza reale di Cristo nell'augustissimo sacra- mento dell'Eucaristia diede occasione al prolestante ministro di secondare la moderna smania di negare l'esi- stenza di tutto cib che non si pub vedere cogli occhi della carne.La sua teologia su questo altissimo sacramento consisteva in ridurlo ad una figura di Cristo stesso, umiliando la sua came. Questo 3: Jam serInOne, e chi pub reg- gere ad ascoltarlo? (Gio. v1). Ecco come l'incredulita ragiona: domanda alla divina onnipotenza, benché incomprensibile nel suo essere ed in tutte 1e sue opere, il modo col quale possa dare ai suoi seguaci 1e cami adorabili dell'Agnello immacolato, e non arrivando a comprendere le imperscrutabili sue Vie, trova dura la sua dottrina, ne potendo pill reggere ad ascoltarla, da cosi il dogma cristiano al di sotto della bella figura usata indi in poi si ritira indietro 6 non conversa pill con dagli Ebrei quando celebravano la Pasqua, mangiando lui. (Giov. v1, 67). La cecita di chi vive fuori della un agnello in tutte 1e famiglie. Le chiarissime parole del Redentore nei quattro Evangelisti, e quelle di san Paolo ai Corinti erano da lui rigettate come portanti un senso che non e quello delle parole stesse. Impos- Chiesa non gli permette di credere quella misteriosa sentenza di Gesfli: In Iver-itch in veritz‘i rvi dico: Se non, mangerete la came del Figliuolo dell'Uorno 6 non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. (Giov. v1, 54). sibile poi sembrava al suo intelletto che tale cambiamento si operasse nel Sacramento, ed aflatto incredi- L'unione misteriosa e invisibile dell'anima con Gesd nel sacramento di fede, lungi dall'esser strana cosa, é bile gli era l'idea d'un uomo che riceve i1 suo Creatore. Altre molte furono 1e vane ragioni suggerile dall'incredulita contro il pin santo, il pi1‘1 prezioso ed il pii‘i perfetta societa che rapira un giorno l'anima e il corpo dell'uomo fuori del presente Ioro stato per trasformarli in verita un semplice saggio di quell'aperta, gloriosa e q: eccelso dei misteri adorabili della redenzione operata dalla stessa incarnata Sapienza. Ma chi insegnd ad un mmnstro che i sacramenti della religione cristiana non nella divinita stessa di Dio. Sebhene, é quasi inutile contengono la realla delle cose? II Messia non venue l'uomo animale non capisce le cose Jello spirito (Ii Dio: a sostltuire una figura ad un'altra; 1e profezie e le om]?re appartenevano a quella legge imperfetta della quale lAPOStOlO scrive agli Ebrei: Niuna cosa condusse a per- conciossiaché per lui sono stoltezze, ne‘ pub intenderle, perché discernonsi spiritualmente. ( 1. Cor. n, 44). Se la Confessione sacramentale non fosse di obbligo fezlone la.l€gge- (VII, 49). Nel nuovo Testamento l'a- nella vera Chiesa, non cosi furiosa sarebbe l'opposizione nlnla cristlana vive solamente di cib clie é vero e reale. Gusto stesso ce lo assicura dicendo: La mia came é verammtg 01-50, 6 il sangue mio vveramente bevanda (GIO- v1): di simili espressioni la Scrittura é ripiena. A che servono adunque le parole della verita stessa a parlare di queste verita a chi ricusa i1 lume della fede e giudica secondo la came, dichiarando s. Paolo che de' suoi nemici, ed il ministro calvinista di Mackinac avrebbe omessa la sua quarta lezione. L'idea di confessare ad un simile le proprie colpe fu sempre troppo umiliante all'umana superbia, la quale trovd nell'inimico del cattolicismo molte scuse, affine di emanciparsi da questa car- I: '1: "'7' "w"- |